Africa & Asia, benvenute. Il sud del mondo ridefinisce la musica elettronica / Sada Says 22 07 25

Africa & Asia, benvenute… Dalle scene africane a quelle asiatiche, nuove realtà musicali stanno rivoluzionando club culture e festival europei

L’industria musicale elettronica internazionale sta vivendo una trasformazione epocale che vede protagonisti territori fino a poco tempo fa considerati marginali. Durante l’IMS Ibiza 2025, esperti e addetti ai lavori hanno posto l’accento su un fenomeno che sta ridisegnando completamente il panorama della musica dance: l’emergere prepotente delle scene del Sud del Mondo come nuovi epicentri creativi e commerciali. I dati parlano chiaro e delineano uno scenario che l’industria occidentale non può più ignorare. Secondo MIDIA Research, quasi l’80% di tutti i nuovi abbonati streaming nel 2024 proviene dalle regioni del… Sud del Mondo, un riallineamento che coinvolge l’intera industria musicale. Questo termine, seppur vago e spesso criticato, identifica nazioni con minor sviluppo economico industriale tipicamente situate a sud dei paesi più industrializzati, escludendo sostanzialmente Europa e Nord America.

Africa & Asia, benvenute… 

Ma dietro questi numeri si nasconde qualcosa di più profondo di una semplice espansione commerciale. Territori che comprendono l’85% della popolazione mondiale stanno imprimendo il proprio marchio distintivo sulla musica elettronica e la cultura dei club, proprio come avvenne negli anni Ottanta e Novanta con lo scambio transatlantico tra Chicago, Detroit, Ibiza e Berlino che definì i paradigmi culturali ancora oggi dominanti. Dare Balogun, stratega culturale per Metallic INC e mente dietro l’annuale Homecoming Festival di Lagos, Nigeria, offre una prospettiva illuminante su questo fenomeno. Durante la sessione dedicata allo scambio culturale e al ruolo della musica africana nella dance culture, ha sottolineato come l’Africa di oggi ricordi la musica dance dei primordi: autentica, emozionante, guidata dall’emozione e dalla comunità. Sono queste le persone da cui tutti dovremmo imparare, sostiene Balogun.

Kunal Merchant, parte del collettivo Indo Warehouse, etichetta discografica e serie esperienziale che valorizza la cultura sud-asiatica attraverso house e techno, conferma questa visione. 

Il loro approccio dimostra come sia possibile integrare tradizioni locali nel linguaggio universale della musica elettronica, creando qualcosa di completamente nuovo e autentico. Le limitazioni infrastrutturali e di risorse che caratterizzano molte di queste regioni, lungi dall’essere ostacoli insormontabili, si trasformano spesso in catalizzatori creativi. Il Nyege Nyege festival in Uganda rappresenta un esempio emblematico: nel 2018, la disponibilità di soli due cdj noleggiabili nell’intero paese costrinse gli organizzatori a spostarli continuamente da un palco all’altro, adattando di conseguenza i tempi dei dj set. Come disse Orson Welles, il nemico dell’arte è l’assenza di limitazioni, e a volte proprio queste limitazioni stimolano l’immaginazione.

Quello che in Occidente potrebbero essere considerate novità, tipo feste diurne, eventi domenicali, utilizzo di location non convenzionali, in Nigeria rappresentano necessità.

Le persone non hanno paura di sperimentare nuovi format quando questi format non esistevano in precedenza. Il messaggio è chiaro: non tutto deve adattarsi al modello perfetto di club per creare una festa o una scena funzionante. Abbracciare le limitazioni può generare qualcosa di completamente nuovo. La scena underground di Lagos, per esempio, offre spazi per comunità marginalizzate lontane dalla nightlife mainstream cittadina, radicata nel bottle service e nel consumo ostentato. L’underground diventa un rifugio per chi è escluso, culturalmente o economicamente, e questa esclusione non fa che rafforzare la passione e il senso di comunità. Gli eventi elettronici stanno democratizzando la vita notturna, creando qualcosa di veramente accessibile. 

Questo non è un fenomeno nuovo, come sottolinea Balogun. Furono outsider e disadattati a popolare le prime discoteche di New York e i club house di Chicago che crearono il template della cultura club che conosciamo oggi.

I promoter occidentali che non creano proattivamente accessibilità a questi gruppi si stanno perdendo l’energia outsider, la comunità e la creatività che hanno alimentato la cultura sin dall’inizio. In termini di cultura festival, l’approccio delle scene del Sud del Mondo differisce radicalmente da quello occidentale. Balogun evidenzia come eventi di grande portata vengano posizionati come celebrazioni per l’intera città, senza accordi di esclusività o protezionismo che molti festival e club in Stati Uniti ed Europa richiedono. A Lagos, durante Homecoming, si incoraggiano altre persone a organizzare spettacoli, specialmente considerando il gran numero di persone che volano nella città. Gli eventi non ufficiali vengono aggiunti volentieri al calendario ufficiale.

Africa & Asia, benvenute! In questo modo un evento come Homecoming, già suddiviso tra multiple location piuttosto che concentrato in un singolo sito, può catalizzare una celebrazione cittadina. Non ci si sente in competizione, ma in collaborazione con altri eventi della città.

Kunal ha sperimentato questo stesso spirito durante i tour in India, dove dopo aver suonato in un festival a Goa dalle 5 alle 6 del mattino, è stato invitato a suonare in un altro evento, su una collina che si affaccia sull’oceano, dalle 8 alle 10. L’esperienza si è rivelata incredibile. L’evento stesso diventa un risultato. C’è una fame e un appetito per questa musica in luoghi come l’India che fa sì che le persone non la diano per scontata. Organizzare feste in Nigeria significa sapere che qualcosa potrebbe non funzionare: qualcuno potrebbe non presentarsi, potrebbe esserci un blackout, qualcuno potrebbe rimanere bloccato nel traffico. Niente è garantito. Quindi quando un evento si svolge, diventa una celebrazione di persone che si uniscono, di quello che si è ottenuto e di quello che si è costruito.

Non possiamo tornare indietro ai giorni pionieristici della acid house e dei sound system DIY in Occidente. La novità e la scarsità di eventi in alcuni paesi porterà naturalmente a audience più entusiaste. Ma forse quello che possiamo fare è cercare di ricordare che ogni evento è un achievement. Al di là della sopravvivenza commerciale, troppi di noi sono ossessionati dal fatto che una serata sia sold out, dalle metriche dei social media o dalle rivalità commerciali, piuttosto che dalla gioia che quegli eventi portano effettivamente alle persone sulla pista da ballo. Il senso di achievement e di comunità viene alimentato dall’idea di partecipanti piuttosto che spettatori. Molte feste hanno lineup stratificate, senza veri headliner, principalmente talenti locali: i dj della festa sono le persone che sarebbero alla festa se non stessero suonando.

C’è poca o nessuna distinzione tra artista e fan, tutti stanno interpretando un ruolo. Da Bang Face a Tresor.

West, promozioni costruite dal basso, arruolando le loro comunità per far parte dell’evento hanno dimostrato una resilienza e un isolamento dalle vertiginose tariffe degli artisti che molti altri eventi sovraesposti e top-down non possiedono… tutto questo in Africa & Asia…

Trasformare il pubblico in una comunità invitandolo nel processo, guardando ai talenti delle persone sulla pista da ballo creando opportunità per loro, potrebbe essere il punto di partenza.

L’ispirazione potrebbe essere proprio dietro l’angolo. Alcuni degli eventi e delle feste più emozionanti e innovative in Europa e Stati Uniti sono costruite attorno a audience “diasporiche”, dallo scambio trans-sudamericano e africano di Enchufada a Lisbona ai Dialled In London e Glastonbury che mettono in luce la scena sud-asiatica, da Indo Warehouse agli eventi di Homecoming da Miami ad Amsterdam. Gli eventi diasporici potrebbero sembrare a prima vista piuttosto di nicchia, ma “controintuitivamente” aprono effettivamente la cultura a più audience.

Gli eventi Indo Warehouse negli Stati Uniti tendono ad essere 70% sud-asiatici, ma la cosa più emozionante è che il 40% delle persone che vengono ai loro spettacoli sta vivendo il proprio primo evento in club, il proprio primo rave, con una distribuzione di età molto ampia. Questa rivoluzione silenziosa proveniente dal Sud del Mondo non rappresenta solo un cambiamento nei numeri di streaming o nelle mappe dei festival mondiali. È un invito a ripensare completamente cosa significhi fare musica elettronica oggi, come si costruisca una comunità autentica e come si possa trasformare la necessità in virtù creativa. Le scene occidentali, spesso cristallizzate in formule commerciali consolidate, potrebbero trovare in questi territori non solo nuovi mercati, ma soprattutto nuove ispirazioni per rinnovare una cultura che rischia di perdere la propria spinta innovativa originale.

Riccardo Sada x Sada Says x AD!