Torna la fidget house
Il singolo di debutto della accoppiata David Guetta e DJs From Mars, “Break The Roof”, funziona come un manifesto involontario del revival: un campionamento… ipertroico di “Shot You Down” degli Audio Bullys (del 2005), trasformato in una giostra di bassi distorti, vocal chop spasmodici e synth che sembrano usciti da una vecchia PlayStation. Non è un caso isolato. Il brano, virale su TikTok e Instagram, riprende l’essenza della fidget house – genere nato negli anni 2000 come ibrido di electro house, UK garage e breakbeat – ma con una produzione iper-lucidata per l’era degli algoritmi. Perché proprio ora? La psicologia di un suono post-pandemico. Tre fattori spiegano il ritorno: cicli generazionali, 15 anni dopo il picco (2008-2010), la fidget house è “vintage” per la Gen Z, come il revival Y2K, esigenza di caos, dopo l’isolamento pandemico, il suono iperattivo e surreale della fidget house cattura il bisogno di energia liberatoria, simile alla rinascita rave dei ’90; estetica memetica e i suoi elementi (vocal chop absurd, bassi “ridicoli”) sono perfetti per TikTok, dove l’ironia regna.
Torna la fidget house
Criticità: revival o appropriazione? Il rischio è che il ritorno sia superficiale: Guetta usa il fidget come “effetto speciale”, svuotandolo della sua anima anarchica; l’overproduction moderno smorza la lo-fi sperimentale che rese unici brani come “A Bit Patchy” di Switch. Tuttavia, artisti come M¥SS KETA e i produttori di Night Bass preservano lo spirito originario: “un’esperienza fisica, non asettica”. Definita da Switch (pioniere del movimento) “una battuta sfuggita di mano”, la fidget house esplose tra il 2005 e il 2010 con queste caratteristiche: beat glitchati e ritmi 4/4 spezzettati da pause imprevedibili; bassline wobble distorte e campioni vocali rap/pop liquefatti (no, non è la gonfia bass house); ed estetica da rave low-fi, tra sarcasmo e provocazione. Artisti come Crookers (con il remix di “Day N’ Night” di Kid Cudi), Bloody Beetroots e Switch dominarono le scene, per poi scomparire verso il 2012: il genere fu soffocato dall’eccesso di remix , dall’ascesa della bass house (più “lineare”) e dalla saturazione del suono blog house.
Torna la fidget house
L’album “.” (2025) della mascherata e italiana è un tributo alla fidget house anni 2000. Brani come “160 BPM” e “IT GIRL” fondono synthwave oscuro, vocalizzi distrutti e ritmi glitch, citando esplicitamente Crystal Castles e il fidget più sperimentale. Per M¥ss Keta, il genere è un veicolo perfetto per il suo punk digitale queer, tra kitsch e denuncia sociale: “Comizi pasoliniani tra drag queen e democristiani” (“Cafonal”). Sir Bob Cornelius Rifo, mente dei Bloody Beetroots, ha annunciato nel 2024 un nuovo album dopo “The Great Electronic Swindle” (2017). Il loro stile, un punk elettronico con bassi sporchi e maschere LED, è un blueprint del fidget moderno. La loro influenza è palpabile in producer come AC Slater (fondatore del label Night Bass), che ha tenuto viva la scena underground. E il fenomeno dei sample pack? Piattaforme come Loopmasters e Big Fish Audio hanno rilanciato pack dedicati (“Fidget House Vol. 2”, 2024) con oltre 950 loop “glitched”, prova di una richiesta crescente tra i producer.