Ecco perché non tiferò mai più Sinner. Mai più.

Ho ragionato un po’ sul perché non tiferò mai più Sinner. Mai più. Credo mi sia permesso farlo. Del parere di Bruno Vespa, Meloni e Pietrangeli non mi importa niente. Il mio è un discorso diverso. Molto mio.

Ho iniziato a giocare a tennis quando avevo credo tipo 10 anni. Credo di aver vinto anche un paio di piccoli tornei, a livello parrocchiale, sia chiaro. Però il tennis è stato per me l’unico sport in cui avrei potuto eccellere un pochino. Non è poi successo perché non doveva succedere, ma poteva succedere.

Quello che è certo è successo è che poi ne ho provati tanti altri di sport, senza raggiungere assolutamente niente, se non il piacere di fare sport: nuoto, pallanuoto, basket, maratona, ultra trail, etc. Sono uno sportivone. Per questo, forse, lo sport mi sembra molto più semplice della vita. 

Sono un atleta, come Sinner.

Nello sport c’è chi vince c’è chi perde, nello sport non è che chi perde è un cretino e chi vince non è un genio. Se vai alle Olimpiadi, in quasi tutti gli sport sei fortissimo, se invece non ci vai, ma vai ai campionati regionali sei comunque forte. 

Mai andato manco ai regionali, io. Comunque oggi faccio ultra trail, ho chiuso 7 100 miglia trail su 7 e corso in autonomia sulla Via delle Sorelle (130 km Brescia – Bergamo, da solo, anche di notte, per capirsi). Qualcosina di sport ne so e soprattutto lo sento, lo sport.

Siccome sono (anche) un grande appassionato di tennis, non mi sono mica arrabbiato perché Sinner non è andato a giocare con l’Italia alle Olimpiadi. Tutti gli appassionati di tennis sanno che è da poco che il tennis è diventato sport olimpico. Per la precisione, dopo una breve parentesi all’inizio del novecento, lo è dal 1988.

La coppa Davis, a cui lo splendido tennista ha rinunciato adesso, è invece l’unico trofeo di tennis per nazioni. Ed è l’unico momento in cui un tennista può indossare la maglia azzurra. Ogni atleta dovrebbe dire sempre sì al suo paese, quando lo chiama.

Anzi, io imporrei la cosa per legge: se sei un atleta italiano, devi indossare la maglia azzurra oppure mandi il certificato… oppure, sportivamente, non sei mai più italiano. Avete presente Acerbi, calciatore dell’Inter che ha detto no alla Nazionale? Ecco, per me, a livello di tesseramento (tecnico) dovrebbe trovarsi un’altra nazione. Perchè rispondere all’Italia (sportiva, non politica) è un atto dovuto. Dovrebbe esserlo per i tesserati.

Sennò si fa come Laura Colturi, giovane talento italiano dello Sci di Discesa che per mille suoi motivi scia l’Albania. Qualcuno la tifa, anche se è italiano? Fa bene. Io però non lo tiferò mai. Mai. Quella di questa sciatrice è stata una scelta dettata, credo, prima di tutto da motivi economici. Perché mi sembra che lo sci femminile italiano qualche campionessa l’abbia sfornata. Vedi Brignone. Vedi Goggia. O no?

Lo sport italiano, come sistema, funziona solo in parte. Gli atleti italiani degli sport olimpici spesso sono militari e l’Italia paga loro lo stipendio per allenarsi e, si spera, vincere. E’ un sistema che non mi convince affatto. Lo stato dovrebbe occuparsi soprattutto di sport giovanile e invece il sistema sta in piedi grazie alle piccole società, alle famiglie ai soldi del calcio… e poi magari, se Jacobs vince, incassa quasi solo lui. Il sistema resta povero. Nei paesi in cui lo sport è davvero radicato (USA, Australia, Nord Europa, etc), gli atleti non sono militari. Se proprio devono essere militari, i nostri atleti, che lo siano davvero. A me sembra lo siano troppo poco.

E ora torniamo a Sinner. Come atleta, sono un collega, senz’altro sfigato, di Sinner. Per questo parlo. E quindi questa sua scelta di giocare un torneo di nessuna importanza negli Emirati Arabi pure di incassare e pur di non giocare con l’Italia la trovo totalmente non condivisibile

 Per questo non tiferò  mai più Sinner. Negli anni ’80, quando mi sono avvicinato al tennis, avevo un solo idolo: John McEnroe.

Ben più spettacolare di Sinner, per adesso ben più forte di Sinner, non rinunciava mai a indossare la maglia degli Stati Uniti per giocare la coppa Davis. Si dirà che erano altri anni, ma non me ne può importare di meno.  

La Davis è il mondiale a squadre del tennis. Quindi un tennista ci partecipa. Anche se non è al 100%. Chiede e senz’altro gli viene concesso di giocare solo un singolare, magari. E invece no. L’ex azzurro (si spera per sempre ex) non risponde.

Non contesto la scelta di Sinner da un punto di vista patriottico o morale o altro. Credo, semplicemente, che oggi lo sport per quasi tutti sia figlio delle scelte sempre guidate dal (vil) denaro di uno come Cristiano Ronaldo (che a mio parere è ben inferiore a Maradona e messi nella storia del calcio, ma che ha guadagnato molto più di loro).

La mia Fiorentina è in questo momento in gravissima difficoltà. Tuttavia, anche se dovesse  voler dire andare in serie B, sarei in grave difficoltà a mandare via il nostro allenatore Stefano pioli. Perché ha rinunciato a uno stipendio molto più alto negli Emirati Aarabi per allenare la mia Fiorentina. Il mio cuore è con Pioli. Non con Sinner.

Se la Coppa Davis facesse incassare Sinner molti più soldi di una esibizione negli Emirati Arabi, la giocherebbe. Siccome invece è soltanto un torneo in cui deve rappresentare l’Italia, pur importantissimo, non la gioca. Credo mi sia permesso non tifarlo mai più.

Se anche non mi fosse permesso, non lo tiferei comunque. Mai più.