8 princìpi esistenziali giapponesi perfetti per DJ e producer

Che belli, i princìpi esistenziali giapponesi. Riccardo Sada in Sada Says ne ha ritagliati 8 per voi, sempre talentuosissimi, DJ producer.

Per un dj e producer, per un discografico e un artista. La saggezza nipponica ci viene in aiuto. Con il suo focus su disciplina, maestria e consapevolezza, il Giappone ha uno strumento potentissimo per chiunque operi nel mondo della musica elettronica e non solo. Questi otto princìpi possono ispirare il tuo approccio alla produzione, al djing e di ogni carriera musicale.

1. Ikigai (ragione d’essere)

Il tuo Ikigai musicale, l’incrocio perfetto tra:

– ciò che ami: la musica, il suono, far ballare le persone.

– ciò in cui sei bravo: la tua tecnica di mixaggio, il tuo sound design, il tuo orecchio per le melodie.

– ciò di cui il mondo ha bisogno: portare gioia, creare connessione, offrire un’esperienza di evasione sul dancefloor.

– ciò per cui puoi essere pagato: serate, release, booking.

Trovare il tuo ikigai significa definire la tua identità artistica unica. Non sei solo un “dj”, sei il punto d’incontro di queste quattro dimensioni. La valuta non è solo il denaro, ma anche il rispetto della scena, la soddisfazione di un release party sold-out e l’incisione di un vinile.

Che belli, i princìpi esistenziali giapponesi. Siamo già al secondo.

2. Kaizen (miglioramento continuo)

Il “kaizen” è il principio che guida ogni grande artista. Non si diventa un Richie Hawtin in una notte.

– Produzione: impara un nuovo plugin a settimana, masterizza l’uso di un compressore, finisci una traccia anche se non perfetta.

– jing: pratica le transizioni in cuffia, sperimenta nuovi generi, analizza le tracklist degli artisti che ami.

– Carriera: fai networking autentico, migliora la tua presenza online passo dopo passo.

Il successo nella musica elettronica è una lenta costruzione, un perfezionamento costante del tuo suono, della tua tecnica e della tua proposta artistica.

3. Shoshin (mente del principiante). E’ il terzo dei princìpi esistenziali giapponesi per DJ

Abbandona l’ego e il “so già tutto”. La tecnologia e i trend evolvono continuamente.

– Sii curioso: esplora un sub-genere a te sconosciuto, compra un disco solo perché la copertina ti intriga, ascolta un producer fuori dal tuo consueto radar.

– Rimani umile: ogni set, ogni studio session è un’occasione per imparare qualcosa di nuovo. Anche i dj più affermati affrontano un nuovo club o un nuovo festival per la prima volta, con attrezzature diverse e un pubblico unico. Accogli l’ignoto come un’opportunità.

4. Hara hachi bu (l’80% è abbastanza)

Nel djing e nella produzione, “troppo” è spesso il nemico.

– Dj set: non sovraccaricare il mix con tre bassline insieme o effetti su ogni transizione. A volte meno è più. Lascia respirare le tracce, costruisci la tensione con sapienza, non con la forza bruta.

– Produzione: non riempire ogni frequenza (mixing) o aggiungere layer su layer per mascherare un’idea debole (arrangiamento). Una groove potente spesso nasce da pochi elementi ben scelti e mixati.

– Carriera: non accettare ogni singola serata. Scegli quelle in linea con il tuo suono e che ti permettono di dare il massimo (e poi il 20% in meno).

5. Shinrin-yoku (bagno nella foresta)

Per un artista elettronico, immergersi nel “rumore bianco” del mondo è essenziale per rigenerare la creatività.

– Stacca: allontanati dagli schermi, dai social e dalle orecchie drizzate del producer. Una passeggiata in un parco, un viaggio, il silenzio sono il miglior antidoto al blocco creativo.

– Ascolta altro: la tua fonte di ispirazione non deve essere solo beatport. Ascolta jazz, classica, world music. I suoni della natura sono i synth più antichi del mondo. La tua palestra è il mondo.

6. Wabi-sabi (bellezza nell’imperfezione)

La ricerca della perfezione tecnica (mixaggio impeccabile, mastering loud)

può uccidere l’anima di un brano.

– Abbraccia l’errore: un leggero drift tra due vinili, una risonanza non calcolata in un synth, un sample granulare e distorto… sono queste le imperfezioni che rendono unica una traccia e un set. È l’human touch che contrasta la freddezza del digitale.

– Accetta il flusso: in un live set, le cose possono andare storte. Un cavo che si stacca, una traccia che salta. La maestria sta nell’incorporare quell’incidente nel performance, trasformandolo in un momento memorabile invece che in un fallimento.

7. Ganbaru (impegnarsi a fondo). Quasi completati, i princìpi esistenziali giapponesi by Riccardo Sada per DJ

“Ganbaru” è il mantra del producer che passa notti in studio a perfezionare un drop. È la determinazione del dj che viaggia per 10 ore per suonare per 90 minuti dando il 110%.

– Fai del tuo meglio, e poi di più: non accontentarti del “va bene così”. Cerca il suono che ti rappresenta totalmente, prepara il set come fosse il più importante della tua vita, anche se è per 50 persone. La perseveranza e la dedizione assoluta sono ciò che separa gli hobbyisti dagli artisti.

8. Gaman (perseveranza dignitosa)

La carriera musicale è piena di avversità: demo ignorate, serate vuote, feedback negativi, trend che cambiano.

– Resisti con dignità: non lamentarti pubblicamente, non inveire contro un promoter che non ti ha scelto. Accetta la delusione, sopportala con pazienza e usa quell’energia per tornare in studio con più determinazione di prima.

– Focalizzati sull’obiettivo: quando un set non decolla come previsto, non sprecare energie mentali imprecando. Concentrati solo sul compito: suonare la prossima traccia migliore possibile e portare a casa il performance con professionalità. Il traguardo non è solo il successo, ma come ci sei arrivato. Il traguardo non è solo il successo, ma come ci sei arrivato.