Addio alla notte? L’andamento delle disco italiane 

L’andamento delle disco italiane non sembra purtroppo essere positivo. 

Negli ultimi anni in Italia si sta verificando un cambiamento silenzioso ma profondo: la tradizione delle serate nei locali notturni e nelle discoteche sembra perdere fascino, soppiantata da nuove forme di intrattenimento digitale. Quella che una volta era la prassi del weekend – vestirsi, uscire, ballare fino all’alba – oggi lascia il passo a serate passate davanti a uno schermo, tra streaming, gaming e social. Si tratta solo di una moda passeggera o di un vero cambio di paradigma?

Sempre meno locali, sempre più schermi

I dati parlano chiaro: il numero di discoteche attive in Italia è in calo vertiginoso. Secondo una recente indagine riportata da nss magazine, negli ultimi 14 anni hanno chiuso oltre 2.100 discoteche sul territorio nazionale. Alcune sono state riconvertite in banche, supermercati, concessionarie, altre semplicemente abbandonate. 

Se nel 2005 si contavano circa 5.000 locali, oggi ne restano meno della metà. Il declino non riguarda solo le discoteche “di provincia”: anche in città come Milano e Roma, molte storiche location hanno cessato l’attività. Le cause sono molteplici, ma una su tutte sembra essere decisiva: le abitudini delle persone stanno cambiando.

La nuova “moda” del sabato sera

Streaming, gaming e social media stanno ridefinendo il concetto stesso di svago. La possibilità di accedere, in qualsiasi momento, a contenuti on demand e a forme di gioco interattive, ha rivoluzionato la gestione del tempo libero. 

Secondo i dati dell’Osservatorio Digital Content del Politecnico di Milano, nel solo 2022 la spesa per contenuti digitali ha superato i 3,3 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. Il segmento del gaming rappresenta ormai quasi la metà del totale, con oltre 1,5 miliardi di euro spesi tra giochi su console, mobile e browser.

Nel 2024 il trend è continuato: la spesa per informazione e intrattenimento digitale ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro, con il video entertainment (Netflix, YouTube, Prime Video…) che da solo rappresenta il 45% della torta.

Una generazione “on demand”

I giovani tra i 18 e i 34 anni sono i protagonisti di questa trasformazione. Più della metà preferisce passare il tempo libero online piuttosto che in TV o nei locali. Secondo uno studio condotto da Comscore e riportato da HDblog, il 59% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni dichiara di dedicare la maggior parte del proprio tempo libero alla navigazione sul web, seguiti dal 52% nella fascia 25–34 anni.

E se da una parte c’è chi si rifugia nel binge-watching di serie TV, dall’altra c’è un’intera fetta di pubblico che trova nel gaming un nuovo modo per divertirsi e socializzare. Giochi multiplayer, casinò digitali, sfide tra amici: tutto questo è ormai parte integrante della routine quotidiana. Giochi come aviator slot, che coniugano semplicità e adrenalina, diventano punti di ritrovo virtuali, dove l’esperienza non è solo ludica, ma anche sociale.

Ma cosa spinge un ragazzo a preferire il divano alla pista da ballo? Le ragioni sono molteplici. Innanzitutto, l’intrattenimento digitale è economico: abbonamenti mensili, microtransazioni o sessioni gratuite offrono molto più a costi ridotti rispetto a una serata fuori, tra drink e biglietti d’ingresso. In secondo luogo, garantisce sicurezza e comodità: si evita il traffico, il maltempo, i controlli eccessivi. Infine, c’è la componente psicologica: online si ha il pieno controllo del proprio tempo, si può scegliere quando e come interagire, evitando situazioni potenzialmente stressanti.

Cosa significa tutto questo per il futuro dei locali?

Il settore dell’intrattenimento dal vivo non è necessariamente destinato a sparire, ma è evidente che deve reinventarsi. Le discoteche tradizionali, se vogliono sopravvivere, dovranno trovare nuovi linguaggi e formule ibride che riescano a coinvolgere una generazione sempre più digitale e sempre meno incline alla “movida vecchio stile”.

In molte città europee e nordamericane stanno nascendo spazi che uniscono realtà virtuale, gaming, spettacolo live e interazione digitale. È questa l’evoluzione che potrebbe salvare i locali italiani dal declino?

L’intrattenimento digitale non è solo una moda, ma una trasformazione culturale profonda. In un’Italia che cambia, le luci al neon delle discoteche si spengono lentamente, mentre gli schermi si accendono a illuminare nuove forme di divertimento. Il futuro non è necessariamente triste o solitario: è solo diverso. Sta a chi lavora nell’intrattenimento comprenderlo e adattarsi, prima che sia troppo tardi.