La ‘famosa crisi del divertimento’ (che c’è solo nelle testa di troppi addetti ai lavori ed ex) / M!X agosto ’25

M!X, come sapete, prova a far ragionare, ad esempio su questa ‘famosa crisi del divertimento’, che ovviamente mica c’è. Cioè, c’è. Ma c’è la crisi nella testa di tanti addetti ai lavori. Ed ex addetti ai lavori.

Perché come sta andando per disco, festival elettronici e divertimento questa estate italiana 2025 senza tormentoni (per fortuna) ma con tanti concerti e, diciamolo piano (ma diciamolo) pure tanti party? Sta andando bene. Proprio bene…

Altro che famosa crisi del divertimento

TUTTO CAMBIA. Certo. E io, certo, a 53 anni, con la mia agenzia di PR / ufficio stampa non fatturo come vent’anni fa. Ma questo non vuol dire che il divertimento sia in crisi…

TUTTO cambia. Per questo Leonardo Maria del Vecchio si è comprato da Briatore Twiga e ci ha messo dentro Marco Carola e non più le solite cene da tovaglioli in testa… E Praja Gallipoli propone anche Deborah de Luca, mica solo Gabry Ponte o Guè… ed il binomio Papeete / Villapapeete a Milano Marittima fa scatenare, così come il (bel) dualismo Cocoricò / Space a Riccione, con Villa delle Rose che spinge forte. Tutto cambia, dicevamo. Ma non c’è crisi. C’è cambiamento.

Tutto cambia e a molti piaceva di più il mondo di prima, quando non c’erano così tanti festival (e oggi invece ce ne sono centinaia, molti di successo), quando si andava nello stesso club ad ascoltare gli stessi DJ. Oggi però i ragazzi vogliono altro. E hanno ragione, accidenti. E’ il loro mondo. Non quello di noi criticatori del piffero. Così intelligenti, spesso, noi ‘analisti del divertimento’, dal voler ignorare i numeri, che dicono tutti la stessa cosa: non è facile avere successo nel divertimento oggi, certo, ma il settore va bene. Molti vanno male, ma moltissimi vanno bene. Altrimenti come si spiegano tenuta e crescita.

C’è poi un bel dettaglio, che ovviamente molti ignorano e moltissimi hanno paura di scrivere: i numeri del divertimento crescono anche perché grazie ai pagamenti con carta e bancomat ed al cambiamento degli abitudini, il divertimento non più luogo in cui si fa molto black… La malavita sono decenni che non usa più le disco per riciclare i soldini (fa costruire gli ospedali e i grattacieli a Milano? Potrebbe essere, che dite, viste poi le inchieste milanesi di questa calda estate…) e oggi i gestori non possono che fare business in modo più legale. Non c’è alternativa.

E poi ci sono i finanziamenti, che spesso vanno ai festival. In Italia ci sono non decine ma centinaia di festival elettronici di successo, spesso finanziati da PNNR, regioni e comuni, cosa che a me perrsonalmente mica piace… ma visto che lo stato (minuscola) interviene, almeno questa volta interviste a favore degli under 30 e del loro divertimento. Sono pochi, gli under 30. Se li facciamo divertire con proposte finanziate, non mi sembra male.

Ma veniamo al punto, alla crisi che non c’è… Lo diciamo solo noi di AD!, che siamo matti che questa ‘famosa crisi del divertimento’ mica c’è?

No. Lo dice prima di tutto SILB, il principale sindacato dei gestori delle disco. SILB «stima un incremento del 3-4% del fatturato complessivo rispetto allo scorso anno (2025 sul 2024). Una crescita significativa, che si registra in particolare nel Sud Italia e nelle isole, trainate dal turismo e dall’alta qualità dell’offerta, e che consolida un trend positivo».

E ancora: SILB-FIPE – Confcommercio, che stima un incremento del 3-4% del fatturato complessivo rispetto allo scorso anno. Una crescita significativa, che si registra in particolare nel Sud Italia e nelle isole, trainate dal turismo e dall’alta qualità dell’offerta, e che consolida un trend positivo.

E ancora: «nel 2024 il settore delle discoteche ha generato quasi 500 milioni di euro, con oltre 34 milioni di presenze e un trend in costante crescita e più di 200.000 spettacoli».

E ora passiamo a SIAE, che ha appena presentato il suo rapporto 2024. Che dice SIAE per il mondo di divertimento, festival elettronici e dintorni? «Il mondo delle discoteche e delle sale da ballo italiane mostra nel 2024 segnali di stabilità e lievi crescite rispetto all’anno precedente. Con 200.846 spettacoli (+1,8%), 34 milioni di partecipanti (+0,5%) e una spesa complessiva di oltre 496 milioni di euro (+1,3%)».

Ovvero, anche in questo caso, si cresce. Poco, certo. Ma si cresce. Quel che cresce davvero è il numero di organizzatori, rovesciando le amenità che tanti ex addetti ai lavori (soprattutto ex, certo), raccontano. Perché non è mica vero che le discoteche chiudono soltanto. Nascono anche tanti nuovi spazi ed eventi.

Ecco che dice SIAE: «Aumentano anche gli organizzatori attivi (20.148, +7,4%), che si distribuiscono su 22.090 locali. Come da tradizione, l’estate resta il cuore pulsante della nightlife italiana: nei mesi di giugno-agosto si concentra il 32% degli eventi, il 39% degli spettatori e il 40% della spesa complessiva».

Comunicato stampa SILB
Rapporto SIAE

(nella foto Costez Bergamo)

(Lorenzo Tiezzi x M!X)