Un’estate fantastica anche per le disco… ma non se ne parla mica

E’ un’estate fantastica, come cantava mi sembra Jovanotti qualche anno fa e come cantano con lui centinaia di migliaia di persone ai Jova Beach Party, nonostante i 65 euro di biglietto a persona… Lo è anche per le disco e i ristoranti con musica, mica solo per la live music. Quest’articolo cerca di raccontare perché

(nella foto, la Praja di Gallipoli)

Premessa 1: è un’estate fantastica perché tutto cambia

Iniziamo con la citazione della canzone più bella di Vasco (non ci sono discussioni). “Perché il tempo cambia tutto lo sai, e cambiamo anche noi, cambiano anche noi, cambiamo anche noi, sì”. (se non sai che canzone è, datti dall’ippica)

Premessa 2: è un’estate fantastica e lo dice uno che ne ha vissute diverse da ‘addetto ai lavori

Qualche parola qui su chi ha scritto quel che leggerete, così potete facilmente separare i fatti dalle opinioni.

Scrivo nell’estate 2022, la più bella per le disco degli ultimi anni. Senz’altro la più bella degli ultimi 15 anni. Lo scrivo perché lo so. E vivo il ‘settore’ da oltre vent’anni. Dopo aver lavorato in altri settori della splendida e sempre sgarrupatissima “filiera musicale (discografia indie, musica classica ‘live’, discografia dance), ho iniziato a lavorare come ufficio stampa sopratuttto discotecaro intorno al 2000.

Ho vissuto il momento in cui quasi tutti gli addetti ai lavori pippavano. Oggi, in questa estate fantastica, non succede mica. Meno male. C’ero nel lungo periodo in cui gli addetti alla sicurezza erano personaggi da cui stare sempre alla larga (oggi sono professionisti veri). Ho sentito i dj set di Chris Liebing quando proponeva le cosiddette lavatrici (oggi suona quasi house). Come se non bastasse, ero “protagonista”, in una discografia italiana indie (dance, rock, etc. E l’ho vista morire per via della pirateria. E ho visto l’industria musicale rinascere in modi totalmente diversi, grazie allo streaming a pagamento soprattutto. Questa volta non da protagonista, perché da vent’anni faccio soprattutto l’ufficio stampa in ambito intrattenimento, non il discografico. E fare il discografico vuol dire far nascere le cose, non solo promuoverle. E’ bellissimo.

A volte quando vedi e senti ‘la musica nuova’ che prima gestivi e ora guardi da lontano ti viene un po’ di rabbia. Ma l’età (ho 50 anni) e la bellezza di poter sentire artisti come Ariete o Blanco far emozionare tanta gente aiutano. Mica del tutto, ma aiutano.

Un’estate fantastica, anche per le disco… ma mica se ne parla

Entriamo in argomento. Come mai, in un’estate da record, si parla pochissimo, sui media e non solo, pochissimo del successo assoluto delle disco?

Ce lo diciamo tra noi, tra noi addetti ai lavori, che è un’estate unica. Tutte le disco di Milano, tutte quelle aperte in questo inizio di agosto 2022, sono piene. Eppure manco i social di queste disco raccontano questo successo. E’ una strategia di inabissamento? Boh. Senz’altro, quasi tutte le disco hanno alzato i prezzi: se prima della pandemia si ballava gratis o quasi, oggi si pagano 15 – 20 euro a persona. Un esempio sul Garda? Al Coco Beach la serata di punta era la domenica pomeriggio con ingresso libero e buffet. Oggi si spendono 15 – 20 euro a persona con consumazione, senza prevendite o liste… ovvero senza PR. Stesso discorso per il Pelledoca di Milano e mille altri spazi.

Già perché oggi, in questi schifosi e decadenti anni ’20 del 2000, i PR quasi non esistono più… e invece negli anni ’90 – 2000 facevano loro il bello e cattivo tempo del clubbing, portando a casa, totalmente in BLACK (a nero), cifre folli. E’ un cambiamento positivo, ma non viene sottolineato. Ci tocca farlo a noi su AD.

Ma sto divagando. Torniamo al punto. Si parla pochissimo, sui media, del successo delle disco, perché in disco vanno solo i ragazzi.

E che fanno i ragazzi? Non guardano i TG, non guardano quasi più manco Striscia la Notizia, non leggono i vecchi quotidiani. Se ne stanno per i fatti loro, su Instagram e Tik Tok. E i media generalisti (tg, giornali, tv, radio di informazione, Radio ormai over 30 come Deejay) li ignorano. Perché non sono un loro ‘mercato’.

Ripeto, è anche una una questione di mercato. Jovanotti mia figlia 13nne manco sa chi sia. Ascolta tra gli italiani solo Tananai, Ariete, Blanco (da prima di Sanremo, dove ha portato un pezzo per noi anziani, mica quelli veri che lo hanno portato al successo giovanile, quello che conta) e ovviamente un po’ di trap, credo.

L’argomento musica solo giovanile e divertimento, ai media adulti (e vecchi) non interessa. Per cui se si parla di disco, è quando c’è qualche problema: un bell’incidente stradale notturno (quando in Italia muoiono circa 9 persone al giorno, tutti i giorni), una tragedia come quella accaduta alla stazione di Riccione, con due sorelle morte.

E’ una tragedia terribile, che resterà forse per sempre non del tutto chiara… ma è un evento rarissimo. I treni sono sicuri. Le disco, che fanno ballare ogni weekend milioni di ragazzi, sono sicurissime. Ma si parla solo di questo singolo episodio.

L’argomento discoteca / divertimento giovanile viene raccontato dai media solo quando c’è qualche problema. Come se sul fenomeno calcio venissero raccontati solo gli scontri tra tifoserie. Che ci sono, qualche volta, ma porca miseria, delle partite, dei gol, non vogliamo parlare mai?

Nina Kraviz, Peggy Gou, Joseph Capriati, Marco Carola (…) fanno musica e spettacolo, in tutto il mondo, ma siccome gli adulti italiani non li conoscono, i media non li raccontano. Mai.

La morte dei ragazzi, invece, noi vecchi, ci colpisce. Il loro bisogno di divertimento, la loro voglia di vita, il loro sanissimo bisogno di far casino con musica che spesso a noi adulti piace fino ad un certo punto… Anzi non ci piace per niente. L’abbiamo dimenticato.

A noi adulti / anziani piace invece ricordare ‘i nostri tempi’. Che bello quando le disco erano verdi ed era “tutta campagna”.

Vi riporto un pezzetto di un articolo sfgogo scritto dall’ex Michele Borgioni – Micky B su La Nuova Ferrara. Il titolo è “I dj uccisi da mp3 e cene-spettacolo (si noti il trattino!). E con loro sono morte le discoteche”. Il sottotiolo dice: “Parla l’esperto: la svolta all’inizio del nuovo millennio, con le canzoni gratis”.

Leggete che non tutte sono scempiaggini.

“Il dj così come inteso nella figura nata a inizio anni ’70 non esiste più da tempo. Esiste il dj pulmino o amico degli spaccini nella figura giovane. Esiste il vecchio dj che cerca di portare a casa la pagnotta in un mondo che non è più il suo, suonando in ristoranti, fiere, bar, aperitivi fino ai matrimoni, insomma dove trova. È in estinzione anche il dj produttore, visto che alla fine oggi tutti possono essere produttori…”.

“Esiste il dj vip: i personaggi social o televisivi diventano dj perché l’ospitata semplice non paga più. Esiste poi il dj star, che ha pretese da rockstar e viene pagato anche 70/80.000 euro. Per suonare musica mediocre e senza senso (spesso elettronica e techno) che chiunque potrebbe fare. Il senza senso è dato semplicemente dal fatto che nessuno ricorda un pezzo della scaletta (salvo il ceffo di turno che chiede sul video track id?)”

Che dire? Micky B, che senz’altro era un bravo dj, ha ragione. Solo che tutto cambia, mica solo le discoteche. Leggete qui, sul cambiamento di tutto, mica solo delle disco. Tanto, tra un party e l’altro di questa estate fantastica, il tempo ce l’avete.


Un dettaglio sul numero delle disco: oggi sono meno di ieri, è vero. Secondo una ricerca pubblicata dal Sole24Ore il 30 maggio 2022 effettuata sui registri delle Camere di Commercio, nel 2018 le discoteche italiane erano 3773, mentre oggi sono 3553. Si tratta di un piccolo calo, appena del del 2,44%.

Ma molto più grande, anche quest’estate fantastica, è il calo del numero degli under 35 in Italia. Vent’anni fa, come scrive il Fatto Quotidiano, i 15 – 34enni erano 9.4 milioni. Oggi sono 6 milioni.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/07/05/non-si-trovano-lavoratori-anche-perche-i-giovani-sono-sempre-meno-il-demografo-litalia-ha-solo-due-anni-per-invertire-la-rotta-o-entrare-in-un-circolo-vizioso-di-declino/6639217/

Trovo sia terribile leggere questi numeri: il calo demografico è terribile, ma è altrettanto terribile il livello del dibattito, sui media e tra ‘addetti ai lavori’ sulla ‘crisi delle discoteche’ e della difficoltà di chi non trova lavoratori giovani.

Prima di dibattere ad minchiam, dovremmo guardare i numeri. Siccome non lo facciamo, il livello di ciò che diciamo è pensiamo non è solo terribilmente basso. E’ un problema assoluto, immenso. Perché come sappiamo la politica prende spesso decisioni partendo da ciò che i media dicono e se i media raccontano il nulla…

C’è poi un altro cambiamento, pochissimo sottolineato noi, sempre splendidi, ‘addetti ai lavori’ (forzati!): oggi i ragazzi hanno a disposizione ogni weekend e pure durante la settimana un’altra cosa bellissima, sempre musicale, che fino a ieri era rara in Italia: i concerti.

I concerti (che negli anni ’90 quasi non c’erano, io feci la tesi sui concerti rock nel 1996 e allore negli Stadi suonava solo Vasco Rossi), ogni anno crescono dell”8%… Non lo dico io. Lo ha detto all’Adnkronos Vincenzo Spera il presidente di Assomusica.

“Quest’estate 2022, per i concerti, è una stagione da record, anche perché è una stagione che ne somma di fatto tre. Non è tutto: dall’inizio dell’anno ad oggi, per concerti sono stati venduti circa 8.000.000 di biglietti. E’ una cifra mai toccata in precedenza. La previsione per il 2022 è di 7-800 milioni di fatturato da bigliettazione più un indotto di 2 miliardi di euro. Dal 2012 alla pandemia, la musica dal vivo ha segnato una crescita costante. Intorno all’8% ogni anno sull’anno precedente”. LEGGI TUTTO QUI

Avete letto bene? I concerti crescono dell’8% ogni anno dal 2012, i ragazzi (per motivi demografici) sono sempre di meno. Oggi sono 6 milioni, mentre vent’anni fa erano 9.4. Per cui se le disco in qualche modo tengono, vuol dire che stanno avendo un enorme successo, a cui va sommato quello dei ristoranti con musica.

I ristoranti con musica hanno successo perché nelle famiglie italiane cucinare ormai è un evento rarissimo. Lo dovrebbero ben sapere tutti gli addetti ai lavori, ma non è così.

Ecco perché gli over 25 cercano serate ‘complete’, da vivere dall’aperitivo alla sera inoltrata. Solo il sabato notte e o per eventi, oppure al mare, fa le 5 mattina volentieri chi ha meno di 25 anni. L’addetto ai lavori medio italiano conosce poco e niente di successi mondiali e assoluti come Buddha Bar ed Hotel Costes o Café del Mar: ristoranti con musica… ecco perché il format nessuno riesce a “replicarlo” in salsa italiana. Perché sul cibo siamo bravi, sull’idea di mescolarlo con lo stile e con un’idea musicale precisa, unica, definita… figurati.

Chiudo con un dettaglio sul turismo, che è legato da sempre a doppio filo con l’intrattenimento discotecaro e musicale, e oggi pure con i concerti estivi all’aperto. Questo legame non viene sottolineato spesso, ma è reale: se Cervia e Milano Marittima costano molto più di Cesenatico, se Gallipoli è più cool (per i ragazzi) di altre zone della Puglia, se Riccione è Riccione ed è meglio dell’Abruzzo… è per merito di Papeete Beach, Pineta, Praja e Parco Gondar, Villa delle Rose, Cocoricò (etc).

Non dappertutto il turismo è in boom: sembra che in Puglia non ci sia sold out, per colpa dei prezzi alti (…) – LEGGI QUI ma negli spazi simbolo di Gallipoli (Praja e Parco Gondar) le serate di successo si susseguono. E’ un successo assoluto poco raccontato dai media, ma c’è.

Anzi, la Praja, unica discoteca italiana a farlo, ha pure innovato, raddoppiando le serate con pomeriggi danzanti a due passi dalla spiaggia di Baia Verde. Dalle 18:30 alle 21:30, mentre si aspettano i top dj della notte, alla Praja si balla anche di giorno. Mica per una settimana, per due mesi…

E’ un’estate fantastica, per le disco e per la musica, godiamocela.

Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca

(nella foto, la Praja di Gallipoli)

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