Sada Says: No Music Day: il 21 novembre

No Music Day? Che roba è?

Non tutti conoscono questa celebrazione molto intelligente (ecco perché molti non la conosco, il pensiero genera fatica e paura), ma per fortuna basta leggere. Poi si capisce e diventa tutto meno confuso. Grazie sempre a Riccardo Sada che ci regala un’altra perla. Forse questa volta davvero lucente e importante, più di altre volte. Perché è una botta in testa a tutti, compreso chi porta avanti questo “splendido” blog. Non si è mai ascoltata così tanta musica come oggi. Lo dicono le statistiche, oltre 20 ore alla settimana. Ma siamo davvero così musicali? O ci piace ascoltare (e produrre) musica low cost? Non è che siamo dei maledetti ciccioni della musica, ovvero ne mangiamo / ascoltiamo troppa? Ma ho scritto anche troppo (e male) spazio a Riccardo Sada. (LT) e al suo sempre più scintillante Sada Says.

Durante l’apertura della Milano Music Week 2022 cade il No Music Day.

Ogni 21 novembre l’evento di Bill Drummond, cinquanta per cento dei KLF (band semplicemente geniale a cui ognuno di noi dovrebbe dedicare almeno qualche ora di attento ascolto musicale, e non NDR) attira l’attenzione sull’indebolimento della musica come forma d’arte a causa del suo uso insensato e onnipresente nella società contemporanea. Drummond ha più volte spiegato che anni fa decise di riservarsi un intero giorno durante il quale potesse mettere da parte minuti preziosi per fare di tutto tranne che ascoltare musica, né propria né altrui.

L’artista avrebbe invece pensato a cosa pretendesse realmente dalla musica, che in tanti si ostinano maledettamente a confondere con la discografia.

Il No Music Day in sintesi è l’augurio che ognuno di noi non ascolti casualmente, alla cieca, “alla sord”, ma vada oltre, migliorandosi ed evitando di consumare ciò che spesso è in offerta. No Music Day è un giorno in cui potrei sviluppare idee.

Ora, che in Italia la data possa coincidere con la Milano Music Week edizione 2022 è quasi un paradosso: un flusso infinito fuoriesce dalle terme musicali milanesi in questa sette giorni nevrotica in cui c’è una rissa tra eventi e organizzatori e dove una gang bang di notte si sfida all’ultimo colpo di scratch o riff di chitarra, senza contare poi i panel perché è qui che deflagra l’appuntamento nel capoluogo lombardo.

La data del 21 novembre da parte di Bill Drummond è stata scelta in quanto è il giorno che precede la festa di Santa Cecilia, che è la patrona della musica. Ciò segue la tradizionale osservanza di eventi antitetici il giorno prima delle occasioni religiose, come la celebrazione del martedì grasso prima dell’inizio della Quaresima.

Nonostante il No Music Day cada il 21 novembre di ogni anno, Drummond e varie organizzazioni hanno attirato l’attenzione più attivamente dal 2005 al 2009, un piano quinquennale del quale solo alcuni media britannici si sono occupati. Il No Music Day è stato lanciato nel 2005 con un cartellone pubblicitario all’ingresso del Mersey Tunnel, Liverpool. Nel 2006, la stazione radiofonica artistica Resonance 104fm non ha trasmesso musica, così come BBC Radio Scotland nel 2007.

Il No Music Day è stato promosso a San Paolo, in Brasile, nel 2008, anche se Drummond affermò che nonostante la comunicazione istituzionale preannunciasse il fatidico giorno, i suoi sforzi per arrestare gli artisti di strada e per incoraggiare la chiusura dei negozi di musica sono stati lunghi, faticosi ma vani.

L’ex KLF dubitava che il 21 novembre 2008 il Brasile intero potesse fermarsi anche una frazione di secondo, con tutta quella musica che quotidianamente si consuma nello stato. A sua volta, nel 2009, la città di Linz, in Austria, ha osservato in modo abbastanza composto ed esaustivo la Giornata senza musica con il sostegno del sindaco e dell’iniziativa Hörstadt (detta “Città Acustica”). Negozi, ristoranti, scuole e stazioni radio di Linz non hanno trasmesso musica, i cinema hanno proiettato film privati da colonne sonore e teatri e sale da concerto hanno tenuto solo spettacoli non musicali.

Enjoy The Silence? No. No Music Day. Forse una pausa di riflessione al settore farebbe bene.

Riccardo Sada per Sada Says

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