Bye bye Dubai, ecco perché ci rivedremo (Sada Says)

Che città è Dubai? Che posto è? È il teatro dell’assurdo. È lì sino a dove si è spinto il genere umano con i suoi sogni e le sue esigenze.

Arrivare a Dubai e non restare colpiti dallo skyline anche se si è abituati a girare per Tel Aviv o New York è praticamente impossibile. Qui i grattacieli sono messi in fila come una esposizione provvisoria per essere venduti e non come altre metropoli dove si sono ritagliati una fettina spazio a fatica e hanno puntato in alto perché è il cielo che non ha limiti. Dubai è giorno e anche notte.

Discoteche buona parte allestite all’interno degli hotel perché questi non hanno problemi di licenze legate alla vendita dell’alcol e mini club sparsi qua e là che avendo budget quasi illimitati possono permettersi di mettere in cartellone nomi da festival. Terra Solis, Soho Garden e Surf Club sono i locali dove non poter non andare, garantisce il nostro Redoxx, ormai in piana stabile qui, e anche Adel, suo e nostro grande amico, con cui abbiamo condiviso una shisha allo Smokey di JBR Beach, a due passi da Palm Jumeirah.

C’è da aggiungere anche Nikki Beach dove suona Tom Noize. Dubai è opulenza night and day e di notte, anche se non potrebbe, diventa a suo modo trasgressiva, con led che arredano facciate di palazzi e tavoli dove una bottiglia di champagne può costare molto di più di quello che pensate. Non tantissimo, di più. Dal 2024 poi c’è anche Dubai Untold, quindi siamo a posto anche con i festival.

È un luogo strano, impersonale, Dubai, in modo particolare se si proviene dall’occidente e si è abituati a cambi di paesaggi e monumenti che ti ricordano la tua storia, le tue radici.

Qui è tutto nuovo. Tutto è lusso. Tutto è contrasto. Si fa fatica a mangiare qualcosa di tipico, un po’ come Milano e le grandi città del mondo, perché l’offerta è per turisti e uomini di affari che non hanno tempo da perdere e cercano qualcosa di alto profilo o comunque instagrammabile. Locali, inteso come persone che sono nate qui, ce ne sono pochini. Dicono l’11 per cento, il resto appunto sono ricchi facoltosi o gente a cui piacciono i trend modaioli e non possono sacrificare un selfie davanti a costruzioni che hanno dell’incredibile, pensate probabilmente per risultare molto fotogeniche.

Le distanze sono chilometriche. Quando fissi un appuntamento sai che voleranno due ore minimo tra andata e ritorno. Tutto è grande e tutto è distante. Ma si fa in fretta a fare business. Lo sanno bene quelli del Dubai Culture, che promuovono il settore musicale per aumentare l’attrattiva dell’emirato. L’Autorità ha collaborato con Music Nation Copyrights Management e DGMC Production per elevare l’industria musicale di Dubai a livelli internazionali. Dubai sviluppa il business musicale regionale condividendo conoscenze, intuizioni e rafforzando le relazioni nella cultura, nelle arti e nella musica.

Nuove partnership sosterranno lo sviluppo di iniziative volte a garantire la sostenibilità del lavoro dei creativi, ad attrarre talenti nel settore e a stabilire Dubai come un centro globale per la cultura, un incubatore di creatività e un fiorente hub per i talenti.

Tra queste nuove collaborazioni a breve spunterà il nome di Midance. Intanto, la mossa aiuta gli sforzi dell’autorità per preservare la posizione e la leadership globale dell’emirato e per contribuire allo sviluppo delle competenze musicali e creative locali.

Dubai Culture lavorerà con molti partner con sede a Dubai per sviluppare il business della musica commerciale nell’emirato, scambiando conoscenze e approfondimenti e rafforzando le relazioni e la comunicazione professionale nei campi della cultura, delle arti e della musica.

La cultura locale sfrutta tutte le sue capacità per migliorare il settore culturale e artistico della città e per aumentare il suo peso sviluppando una serie di iniziative volte a garantire la sostenibilità del lavoro di creativi, oltre ad attrarre talenti che lavorano in questo settore e motivarli a stabilire importanti attività.

Gli Emirati Arabi Uniti sono sempre aperti agli affari. Laddove la tua giurisdizione nazionale pone ostacoli in ogni fase del percorso, la costituzione di nuove società può offrire un processo più snello. Gli Emirati Arabi Uniti sono la nuova frontiera degli investimenti globali.

Negli Emirati Arabi Uniti non si può sfuggire al caldo. Un interno più caldo e secco confina con una costa calda e umida. Molti turisti si recano a Dubai per abbronzarsi e il suo caldo clima lavorativo ti invita a tuffarti a capofitto piuttosto che a immergerti i piedi. Chi scrive incluso. Gli Emirati Arabi Uniti sono una delle comunità di espatriati più grandi al mondo. È stato costruito sull’ospitalità e sulla tolleranza. Con cittadini provenienti da più di 200 paesi diversi che vivono negli Emirati Arabi Uniti, questo è un paese veramente multiculturale, sebbene permanga un rispetto per i valori tradizionali arabi e islamici.

Okay, Abu Dhabi, la Capitale, fa affidamento sul petrolio, Dubai invece diversifica.

La creazione di zone franche negli Emirati Arabi Uniti ha facilitato la crescita delle società straniere. Secondo la Camera dell’Economia Digitale di Dubai, si prevede che l’economia digitale degli Emirati Arabi Uniti raggiungerà i 140 miliardi di dollari entro il 2031 e aumenterà il contributo del settore al PIL del paese di oltre il 20%. Il Governo è costantemente impegnato a promuovere il proprio approccio all’attività commerciale negli Emirati Arabi Uniti. Stiamo parlando di un paese a tassazione zero. Tuttavia, la situazione è cambiata con l’annuncio di una nuova imposta sul reddito delle società del 9%, applicabile ai redditi superiori a 375.000 dirham o 100.000 dollari. Tuttavia, questa è una società della zona franca può mantenere un’aliquota fiscale dello 0% soddisfacendo determinate condizioni. Quindi? Quindi se state leggendo queste righe e non ne potete più dell’Italia, e avete grandi idee e siete specializzati, fate le valige. Bye bye Dubai? È un arrivederci, forse. Magari da turista uno non ci torna. Ma da imprenditore sì.

(Riccardo Sada x AllaDisco)