La techno di Berlino patrimonio dell’Unesco… e quindi?

La techno di Berlino diventa patrimonio immateriale dell’Unesco, mentre in Italia i dj si dedicano soprattutto al revival, mentre le radio e i media suonano musica vecchia, unta & bisunta… andiamo avanti così che andiamo bene? Mica tanto. Forse la techno diventa buona anche per noi anziani perché è la trap a fa paura? Boh. A ognuno il suo parere. Senz’altro non è che c’è da gioire, qui in Italia. Qui techno e trap fanno paura. E i ragazzi pure.

(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)

Segue articolo sulla techno di Berlino che diventa buona per l’Unesco preso da Corriere.it di Alessandro Vinci, abbiamo copiato e incollato da Instagram.

Chiunque reputi la musica techno irrilevante dal punto di vista artistico è opportuno che si ricreda: mercoledì 13 marzo quella di Berlino è stata ufficialmente riconosciuta dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità. Una grande soddisfazione non solo per i suoi fan, ma anche e soprattutto per i membri del collettivo che nel 2021 ne aveva inoltrato la candidatura all’agenzia Onu con sede a Parigi. D’ora in poi, infatti, le numerosissime attività cittadine legate al comparto potranno godere di maggiori tutele giuridiche e accedere più agevolmente ad aiuti governativi o a fondi benefici. Ossigeno puro dopo le ingenti perdite registrate negli anni della pandemia.

«Questa è un’altra pietra miliare per i produttori techno di Berlino, per gli artisti, per i gestori di club e per gli organizzatori di eventi –, ha commentato a Deutsche Welle Lutz Leichsenring, componente del comitato esecutivo della Clubcommission di Berlino –. La decisione ci aiuterà a garantire che la cultura dei club sia riconosciuta come un settore prezioso degno di protezione e di sostegno». Grande soddisfazione anche da parte dell’associazione Rave the Planet, che su Facebook si è complimentata con «tutte le persone che in questi anni hanno sostenuto la scena techno di Berlino. Un ringraziamento speciale va a tutti coloro che sono stati al nostro fianco in questo viaggio fin dall’idea iniziale del 2011. E un grazie anche al Comitato degli esperti del Patrimonio Culturale Immateriale presso la commissione tedesca dell’Unesco».

Ecco come continua il Corriere sulla techno di Berlino

Va da sé che a determinare la fumata bianca non sia stata tanto la mera componente sonora della techno – la cui paternità viene peraltro diffusamente attribuita a Detroit, nello stato americano del Michigan –, quanto l’impatto culturale che ha avuto sulla capitale tedesca in particolare dopo la caduta del Muro. Così se da un lato in molti ritengono che tale genere musicale abbia contribuito all’integrazione delle «due Berlino» post 1989 più di qualsiasi programma politico, dall’altro non stupisce che la città continui a figurare tra le capitali mondiali del clubbing.