Lorenzo Tiezzi - AllaDisco Founder

Parlare di Covid fa passare la giornata

Lorenzo Tiezzi fa una riflessione piuttosto amara sul Covid-19, perché parlare di Covid fa fa passare la giornata… anche se non ce lo vogliamo dire e ci sentiamo tutti buoni a farlo. Ma essere così “informati” è davvero un valore? Serve?

Mi sono rotto di chi parla a caso, tanto per parlare, della pandemia: assembramenti, varianti, giovani, vaccini.
Non si parla, quasi sempre, per risolverle e non parlarne più. Si parla come del tempo atmosferico: per far passare la giornata.

Avete presente quando incontriamo qualcuno e gli chiediamo “come stai?”. In realtà di saperlo davvero, non ce ne frega niente. Vogliamo solo la solita risposta “bene, tu?”, per poi parla di calcio.


Questo è il livello di approfondimento, sul Covid-19. Che è splendido come argomento di conversazione. E’ facilissimo parlarne, non se ne andrà per anni anche quando sarà finito.

C’è gente, la buona gente italiana, la Santa Italietta, che prima della pandemia aveva pochissimo di cui vivere: quasi nessuna passione, gli anni della gioventù finiti, la tv, Salvini melma o Grillo melma o PD melma (fate voi).

Ci sono persone, la maggioranza dei garantitissimi italiani (pensionati, dipendenti pubblici, dipendenti che non saranno mai licenziati, ricchi o fortunati) che già ieri discutevano nel nulla, delle cazzate dei vicini, del quartiere e oggi parlano del virus, ben contente di avere ogni media del mondo che gli fa da coro: parlano per parlare.

Troppi di loro, se va bene, dopo le 22 già uscivano due volte l’anno per andare alla pizzeria all’angolo per lamentarsi che era cattiva la pizza.

Riassumendo, come italiani, parliamo sempre delle stesse cazzate.


E’ ovvio che ci si contagia, ancora oggi, al Supermercato, nei luoghi di lavoro. Le notizie in questo senso sono chiare, ci sono anche se essendo ripetute poche volte, non ci entrano in testa. Perché noi continuiamo come degli ebeti a parlare del coprifuoco.

Come mai? E’ un tema semplice, divisivo, che piace alla politica perché mette un certo elettorato (ristoratori, piccole partite iva) contro gli altri. E i media, sempre in cerca di semplicità, “abboccano”. C’è da essere rassegnati al peggio.

Cosa cambierebbe se fosse tolto il coprifuoco? Quasi niente.


Sarebbe comunque proibito VIVERE LA MUSICA, in piedi, ballando (…) LA NOTTE, IL DIVERTIMENTO, LE AMICIZIE DEI RAGAZZI, GLI AMORI. Non facciamo esperimenti per ripartire con tutto questo, non ci sono protocolli, gli operatori grossi non fanno troppo casino.

Sono pazzo? E perché in Europa già ripartono? Già ci sono i protocolli? Già sarebbe possibile farlo da oggi, non da domani?

Ma di tutto questo non parliamo. Non parliamo di niente che non siano amenità. Il fiume di soldi che sta arrivando dall’Europa se li papperanno i soliti noti? Probabile.

C’è un futuro per i ragazzi? Ad essere oggettivi, per loro, che tra 50 anni saranno ancora qui, oggi è tutto parecchio scuro. Nel medio termine, nel piccolo, sparando cazzate, sopravviveremo abbastanza bene.