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Il Covid? E’ discotecaro, si batte col coprifuoco

A maggio 2020 eravamo più o meno nella stessa situazione in cui siamo adesso. Il Covid, così giovane e discotecaro, l’avevamo messo all’angolo.

L’Italia buona, santa, adulta, quella che produce (o se ne sta giustamente in pensione) a maggio 2020 stava ripartendo dopo il primo lockdown. E oggi? Tutti che sorridono, si scambiano pacche sulle spalle, guardano al bicchiere mezzo pieno e all’estate che arriva.

Ovviamente, visto che all’estero le regole sono già diverse e presto la diversità sarà ancora maggiore (Grecia che accoglie tutti senza restrizioni, Baleari già piene di tedeschi a Pasqua, Las Vegas con i dj set di Tiesto, etc), sarà un’estate terribile per chi vive di turismo. Dall’estero arriveranno in pochissimi e molti italiani i soldi e la voglia di andare almeno un po’ vacanza come lo scorso anno non ce li hanno più…

Ma siamo a fine aprile. La politica può far finta di posporre il problema. C’è il sole. Fossimo scemi, potremmo sorridere almeno un po’. Siccome sorridiamo molto, è probabile che non siamo poi così svegli.

Oppure che siamo semplicemente garantiti (dipendenti pubblici, dipendenti a tempo indeterminato, pensionati): chi non ha subito alcun danno economico dalla pandemia fatica a vedere l’enormità della crisi che l’Italia sta vivendo. Ed è sbagliato dar loro tutte le colpe. Le colpe sono quelle di chi decide: governo, regioni, province, comuni. Lo stato.

In fondo, le uniche attività che non potevano ripartire nel maggio 2020 e non possono farlo oggi sono quelle che i (sempre santi e buoni) adulti e anziani non fanno più. Ovvero quelle legate a ballo e divertimento. C’è l’eccezione del liscio, ma il rito riguarda ormai pochi, sennò si può star certi che la politica avrebbe trovato una (sempre santa eccezione).

Dal 26 aprile l’Italia adulta, quella che non si ricorda che a 18 anni al ristorante non si va (si va a ballare per trovare l’amore o far casino) può tornare al ristorante ad abbuffarsi. Alla faccia di chi nella pandemia si è impoverito e non potrà andarci perché il fila alla Caritas.

Tutto come nel 2020. No, qualcosa è cambiato, ovviamente in peggio.

Siamo fermi al mito dell’estate 2020, quando: “il Covid-19 è ripartito per colpa delle discoteche”. “Ricordiamoci cosa è successo nelle discoteche l’estate scorsa”, ha detto il (sempre splendido e sempre competente) ministro Speranza.

Abbiamo rimosso “il problema” giovani / divertimento / notte / intrattenimento con lo splendido coprifuoco, che, ovviamente non serve a combattere il Covid-19, a livello scientifico.

I ragazzi? Fatti loro. Come ha detto recentemente lo psicologo e sociologo Paolo Crepet in una intervista a Radio24, si va avanti con una (splendida) “rimozione governativa della gioventù”. E del fatto che i reparti di neuropsichiatria infantile degli ospedali di tutta Italia siano pieni non si parla.

E il coprifuoco? E’ un anno che il Covid-19 circola, di giorno, nei supermercati, sugli autobus, ovunque, con il coprifuoco… e il governo, con incrollabile fiducia, conferma il coprifuoco, che a NIENTE (a niente) è servito. Ci sarebbe da ridere.

Concerti in piedi o discoteca, con mascherina, con regole precise, come già fatto in Spagna, in Olanda? Guai, manco parlarne.

SIA CHIARO, nessuno dice: lasciateci lavorare come vogliamo. La logica direbbe solo di prepararsi, di avere protocolli OGGI per poter far divertire i ragazzi entro qualche settimana. Ma manco se ne parla di questi protocolli.

Perché non riguardano vecchi e adulti. Riguardano una piccola minoranza. I ragazzi e gli scemi che li facevano divertire.

Non si parla di tracciamento, che non è stato fatto e lo stato non farà. Non si parla di test GRATUITI (ripeto: gratuiti) a pioggia, anche salivari. Dove li fanno, tutti ‘sti test gratuiti? A due passi da noi, in Austria. E pure in Germania. E anche in Gran Bretagna fanno test salivari a chi va a scuola. Guarda caso, proprio lì ci si organizza per la ripartenza reale del divertimento. Da noi no.

Non si dice, in Italia, perché è troppo ovvio dirlo e farebbe arrabbiare l’Italia serena (anziani, garantiti, anti aperturisti, etc), che chi organizza eventi “con assembramento” a cui possano partecipare solo persone vaccinate o con test negativo aiuta lo stato. Perché fa tracciamento e scova i positivi asintomatici. Anche il tracciamento abbiamo rimosso, così come i ragazzi.

I ragazzi? Che se ne vadano belli seduti all’Arena di Verona a sentire seduti un’opera (senza amplificazione, sia chiaro) o al Cinema (dove non vanno più).

Palestre? Intanto tutto chiuso, poi vedremo, perché anche lì si potrebbe fare tracciamento. I parchi all’aperto? Teniamo tutto chiuso, poi vediamo.

Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca