Party illegali e depressione? Senza disco e concerti, avanti tutta!

Guardi solo la tv e segui il web? TI perdi un bel po’. Tipo la messe di party illegali e depressione che caratterizzano la vita dei ragazzi italiani oggi, arrivati al secondo anno di pandemia.

Qualche ora fa, Claudio Andrizzi di Brescia Oggi mi ha fatto una bella intervista con richiamo in copertina. L’intervista è bella non perché l’ho fatta io ma perché nasce da un articolo scritto qui qualche tempo fa, questo. Tutta l’intervista potete leggerla QUI.

E’ bello potersi sfogare almeno un po’ con chi, come Claudio e come spero chi legge, capisce che l’Italia in fondo si divide in due macrocategorie. C’è la maggioranza di santi e buoni, ovviamente vecchi e/o maturi over 50, che si sente a rischio vita per il Covid. E ci sono tutti altri, i ragazzi) quelli che di notte e di sera uscivano, che ‘giustamente’ (secondo la maggioranza, sempre santa) devono smettere di fare tutto ciò che li divertiva, senza nessuna modalità possibile.

La situazione è complessa (per tutti tranne che per i No Vax incalliti e per i fan più sfegatati del governo), ma come dice Samuel dei Subsonica in un articolo guarda caso disponibile proprio sotto la mia intervista, in Italia è sempre meglio fermare i concerti (e le disco), mentre la domenica pomeriggio all’Ikea o al Centro Commerciale o allo stadio (sia pure con limitazioni, in quest’ultimo caso…), quella roba lì continua sempre. Sempre.

Concerti e discoteche con mascherina FP2 sempre indossata? Ma che scherziamo! Tanto, diciamocelo chiaro, l’importante è dare un segnale anche visivo. Ciò che appare conta 100 volte ciò che è.

Le grandi discoteche (legali), che pagano le tasse (pur non essendo perfette, come tutti gli italiani del resto), le chiudiamo… poi se ci sono decine di grandi feste illegali in ogni provincia, ogni weekend, chi se ne frega. Tanto non si vedono.

E cosa fa il nostro Draghi (genio assoluto, come Drake), ora che le disco sono ferme dopo due anni a singhiozzo? Prevede i soliti ristori per i gestori dei locali e addirittura (addirittura!) cassa integrazione per i loro dipendenti, che fanno in qualche modo parte del turismo.

C’è infatti un piccolo, piccolissimo dettaglio: le discoteche hanno pochissimi dipendenti. Chi lavorava (e probabilmente non lavorerà mai più) di notte di sera è quasi sempre un freelance e i freelance il nostro splendido stato italiano li ha trattati tutti come il sottoscritto: nel 2020 ho avuto gli stessi aiuti dei notai, anche se l’80 del fatturato della mia partita iva era formato da consulenze per dj e discoteche (chiuse nel 2020 e chiuse per gran parte del 2021).

E’ un disastro. Mentre l’Italia riparte (spesso super aiutata dallo stato come l’edilizia con i suoi super bonus), c’è chi non può ripartire come la musica / intrattenimento. E ormai è normale così. Nessuno ci fa manco più caso.

Quindi, a parte qualche piccolo aiuto per i gestori, il supporto governativo ad artisti e prestatori d’opera di show biz / intrattenimento è stato: ZERO. Ripeto: ZERO.

Riassumendo l’intrattenimento italiano è messo malissimo. La filiera creativa del divertimento, un tempo stretta parente dello spettacolo di serie A (concerti pop rock), semplicemente, non esiste quasi più. Chi faceva il vj o il dj è probabile che cambi lavori a breve… occupandosi solo o quasi solo di videogiochi (che si stanno mangiando tutto il settore dello spettacolo, cinema compreso).

Solo un dettaglio per il titolo, che conta come tutti sanno o dovrebbero sapere conta quasi niente (conta ciò che scrive l’articolo). “Il popolo della notte” oppure “il mondo della notte” non sono espressioni che mi piacciono, perché il popolo della notte è lo stesso che la domenica mattina va alla messa. Il bravo basso del coro della mia parrocchia (Santa Maria della Vittoria) fa la sicurezza nei locali. Non è che la mattina dorme.

Se noi professionisti o ex professionisti dell’intrattenimento troveremo senz’altro un altro lavoro, i ragazzi italiani oggi non possono incontrarsi per vivere la musica e la socialità se non in modo illegale. Party illegali e depressione riguardano loro.

Questo è il problema. Ma riguarda persone che non votano, per cui chi se ne importa. Andiamo avanti così.

Party illegali (con droga annessa) e depressione. Avanti tutta. Chi non ci crede si informi: i reparti dedicati ai problemi psichiatrici e psicologici sono “sold out” da mesi e mesi. Ma non se ne parla. Tanto sono quasi tutti ragazzi… fatti loro.

Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca

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