Nina Kraviz ha parlato: è contro la guerra, ma non urla F**K Putin (per cui potete continuare a lapidarla)

Ho incontrato qualche mese fa la top dj russa Nina Kraviz.

Abbiamo passato un bel pomeriggio insieme (non eravamo soli, che pensate?) tra musica, suono e buon cibo fiorentino. E lo dico subito: non mi importa niente di essere obiettivo in questa stupida faccenda. Sono sempre stato dalla sua parte in questa idiotissima polemica che l’ha trasformata in una fan di Putin, grazie anche alla quotidiana campagna anti NK della collega Nastia (ucraina).

Quindi, prima di lasciarvi alla traduzione letterale in italiani di ciò che ha scritto il 17 maggio 2022 Nina Kraviz sul suo account Instragram (proprio in questa data perché il molto politcally correct Resident Advisor, ancora, ha dedicato spazio ai suoi problemi: il distributore della sua label Trip, fiutando l’aria che tira in Occidente, l’ha mollata), vi ribadisco il mio piccolo parere.

Non me ne frega niente delle prese di posizione degli artisti su qualsiasi tema ‘sociale’, figuriamoci di quella di Nina Kraviz. Per me, come del resto per la storia, gli artisti si distinguono solo tra capaci e incapaci.

Non ho nessun bisogno del loro parere, quello degli artisti, per capire dove stia il giusto e lo sbagliato. Mi basta che non siano pedofili o nazisti. E NK non è né l’una né l’altra cosa. Però, Nina Kraviz non grida F**k Putin, per cui potete continuare a lapidarla, ma va dritta contro la guerra, per la pace… come del resto aveva già fatto su Instagram mesi fa… Se credo abbia una certa logica non avere una nazionale russa, con la bandiera e l’inno russi, che compete alle Olimpiadi o ai Mondiali di Calcio, sono del tutto contrario ad ogni boicottaggio di artisti o intellettuali russi che non siano chiaramente filo Putin.

Detto questo, su Nina Kraviz e sul resto del mondo, a ognuno il suo parere, se possibile originale e non solo uguale all’aria che tira, quella che fa si che siamo tutti uniti (belli al caldo) contro la Russia, pur non avendole dichiarato guerra e continuando a comprare il suo gas ed il suo petrolio perché ci servono.

BUONA LETTURA (e se volete, buona continuazione di lapidazione) // Lorenzo Tiezzi


Se dovessi spiegare l’apogeo del determinismo, farei l’esempio dei tempi che stiamo vivendo oggi. Tutto ciò con cui abbiamo avuto a che fare nei decenni scorsi ha raggiunto un picco, con un flusso senza regole di bugie e odio. Le ragioni di tuto questo non sono sempre ovvie ed inevitabilmente portano a violenza, instabilità e conflitti tra persone, tra nazioni.

Lo slancio cresce di giorno in giorno. E allo stesso modo, eventi terribili si confondono sui social network e sui media ogni giorno. In alcuni di questi casi, tutti questi conflitti con ideali di cui si è convinti, come i propri valori ed il proprio stile di vita. Siamo condannati ad essere parte di tutto questo.

Come persona, musicista e artista, sono profondamente commossa da ciò che succede nel mondo. E’ spaventoso cosa siano diventate le relazioni del mio paese con l’Ucraina. Sono contro ogni forma di violenza. Prego per la pace. Mi fa male vedere tutti questi innocenti morire.

Secondo me, potrebbe far crescere la quantità di odio che consuma tutto e non serve a far capire. Come diceva Seneca, un filosofo stoico romano, uomo di stato e drammaturgo, lo stesso feudo si estinguerebbe se una sola parte si rifiutasse di supportarlo.

Sono una musicista e non ho mai supportato politici o partiti politici e non ho intenzione di farlo in futuro. Non capisco la politica, né i processi sociali che crea. Per questo non credo sia giusto parlare di ciò che sta succedendo sui social.

Nei mesi scorsi, ho dovuto affrontare odio e bugie su di me e non sono sicura se è accaduto perché non ho preso posizione su Instagram. Mi rattrista, ma non mi ha ammareggiato.

Credo che la missione della musica e dei musicisti, la musica elettronica, la scena techno e house, nasca per unire persone completamente differenti cancellando confini e schemi che le dividono. Quando le persone nascono, non si scelgono né i genitori né la nazionalità.

E così, quando pubblico musica sulla mia label Trip Recordings, è sempre stato il talento dell’artista che per me conta, non la nazione in cui è nato. Intendo continuare a seguire i principi dell’unità, nonostante i tentativi di censurare il lavoro degli artisti che pubblicano musica sulla mia label.

Produrre, pubblicare e suonare buona musica è la cosa che amo di più.

PEACE

NK

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