“L’ultima notte di Amore” è un capolavoro, a quel paese cover & serie tv (Tiezzi Says)

“L’ultima notte di Amore” è un capolavoro

Se potete, fatevi un regalo. Fiondatevi al cinema e godetevi un thriller che è un piccolo e immenso capolavoro milanese, cinese & calabrese, “L’ultima notte di Amore” (vedi qui il sito del film) Vale la pena spendere i soldini del cinema solo per la scena d’apertura, un lungo piano sequenza che racconta la nuova ricchezza di Milano dall’alto. La cinepresa non stacca mai e Di Stefano, il regista, cita ovviamente il Sorrentino di “E’ stata la mano di Dio”.

Lì c’era Napoli con Maradona e i sospiri della macchina di San Gennaro, che si sentivano bene solo al cinema (andiamo al cinema!). Qui c’è Milano, meno poetica, bellissima, ricchissima, piena di terroni e cinesi e di poliziotti buoni, che però, accidenti, non ne possono più di farsi passare tutti davanti a 1.800 euro al mese a rischiare la vita. Ogni notte. “L’ultima notte di Amore”  incanta. Anzi no. Fa una paura fottuta.

Favino incanta, la musica del film fa altrettanto

Se “L’ultima notte di Amore” è un capolavoro il merito è ovviamente di quasi tutti gli attori, del regista Di Stefano, dello strepitoso Favino (per cui ogni aggettivo è sprecato, il modo in cui parla il calabro milanese vale da solo il film, quindi è un film che vale almeno doppio, visto che la scena iniziale basta)… E’ una Milano senza speranze vere e con mille grandi possibilità. Dove l’alba non c’è più.

Ma non basta. Fondamentale è la musica di Santi Pulvirenti, che durante il film sembra varia e sempre nuova e che invece gira sempre intorno agli stessi accordi “alla Daft Punk” in stile Morricone. Hai detto niente. C’è un pizzico di fischio, ma funziona la dura dolcezza del cembalo che si innesta su giri d’accordi inesorabili, su bassi slap che sembrano usciti dal Batitato anni ’80 e dalle colonne sonore di Dario Argento. Come la notte che picchia forte, come un loop da cui non si resce ad uscire. Se questo film non vince la miglior colonna sonora ai David di Donatello, si spera che la manifestazione imploda. Ma tanto vincerà.

Come siamo messi? “L’ultima notte di Amore”  ci fa capire che siamo messi malissimo. Tra serie tv e musica italiana

Un film così fa capire quanto ci stiamo annacquando il cervello con inutili serie tv, tutte uguali e tutte prodotte da “spacciatori” che vogliono tenerci attaccati allo schermo per sapere cosa succederà nel prossimo episodio. E non succede mai niente.

Questo film fa capire come l’attuale scena musicale italiana, che pullula di cover e di inutile musica in italiano (perché così non facciamo fatica con la lingua) sia povera di contenuti. Ma tanto durerà poco. Arriveranno belle proposte piene di soldi dalla Calabria o dalla Cina. Anzi sono già arrivate e tutto sta già finendo come è giusto che finisca. O forse no, forse possiamo salvarci ancora. Abbiamo ancora la pensione, che tutto sommato arriverà tra poco.

(Lorenzo Tiezzi x AllaDisco)

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