Silvio Berlusconi nella mia vita (Sada Says)

Silvio Berlusconi nella mia vita

Silvio Berlusconi l’ho frequentato in modo assiduo dal 1992 al 1996 per la polisportiva Mediolanum quando facevo il giornalista sportivo. Cene, interviste, incontri. Si è sempre comportato da persona per bene con me. Sempre. Mi segna profondamente questa sua scomparsa. Mi segna perché Berlusconi l’ho anche sempre seguito, letto, una volta votato, tante volte criticato.

Negli anni Ottanta, grazie a mio padre, giornalista sportivo in quotidiani, prima a Stadio e per anni a TuttoSport, frequentavo spesso Milano 2, sede di TeleMilano Canale 58. Papà presenziava come ospite alla trasmissione televisiva “Il Protagonista” condotto da Gianni Rivera, mi portava al Laghetto dei Cigni e lì vedevo entrare e uscire dalla porta di ingresso degli studi sotterranei tantissimi personaggi. Spesso incontravo questo signore che stringeva frettolosamente le mani di tutti.

Solo pochi anni dopo capii chi fosse e cosa stesse realizzando. Ero affascinato dal marketing, dalle strategie e dalle innovazioni di Silvio Berlusconi.

Volevo approfondire sempre più la mia conoscenza sulla sua vita. Era un momento di amore e odio per la politica, iniziai a leggere dei libri sulla sua vita in gran parte suggeritimi dal mio caro e compianto amico, Franco Rossi, giornalista, mio assoluto maestro. Ma erano gran parte delle letture di parte. Franco non stimava Berlusconi.

Nel 1992, affascinato dalla azienda di famiglia Berlusconi, la Fininvest, chiesi un colloquio di lavoro. Me lo fissarono con Alba Maiolini, capo ufficio stampa di Fininvest Comunicazione per il settore televisivo. Mi presentai con una camicia a fiori e non in giacca e cravatta come mi suggerirono dei colleghi giornalisti, e mi congedarono subito con un classico “le faremo sapere”. Niente. Entrare alla corte del Berlusca era impossibile,  almeno per me. Mi rivelarono alcuni intimi: “Non sei un tipo da Fininvest”. Avevano ragione e sarei durato poco. Ma restava mito e mitizzazione, restavano totem e tabù di Sua Emittenza. 

Silvio Berlusconi iniziai a incontrarlo, come detto, quando collaboravo internamente per TuttoSport occupandomi delle “varie”, ossia tutto quello che poteva non essere il calcio per un giornale.

A volte mio padre, con cui lavoravo all’interno della redazione di via Fatebenefratelli a Milano, andava a Milanello.

Incontrava Berlusconi quando a sorpresa atterrava sul campo principale con il suo elicottero. Sennò, nelle grandi occasioni, c’era Sandro Sabatini, il capo servizio di TuttoSport a Milano, invitato spesso ad Arcore. L’ultima ruota del carro ero io che facevo le varie e quindi Berlusconi lo incontravo grazie l’addetto stampa del Gonzaga Volley Mediolanum Milano, Ugo Allevi. Una volta al Palalido, una volta al Forum, raramente quando giocavano le squadre di rugby e hockey della polisportiva Mediolanum. Ma alle celebrazioni dei trofei Berlusconi c’era, veniva all’ultimo, al ristorante, al Teatro Manzoni, in via Paleocapa, e si soffermava a parlare, dispensare consigli e intrattenere i presenti con le sue barzellette.

Con gli anni e con l’avvento dei social, soprattutto con la discesa in politica nel 1994, che seguii con particolare attenzione, sono emersi più Berlusconi. Ma io ho il mio. E voglio ricordare solo quello. Con affetto. 

Ciao Silvio, riposa in pace.

(Riccardo Sada x Sada Says x AllaDisco)

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