Low Steppa è una macchina da guerra. Che si tratti di house alla vecchia maniera, di una maliziosa scommessa latina, o di tech house evocativa e di grande atmosfera. Fiuta e tasta il terreno come pochi. Ed ama e conosce bene non solo la musica da ballare, ma tutti i generi.
Eccolo dunque assieme all’allievo Capri, la cui ascesa parte proprio da una delle etichette di Low Steppa come Simma Black (l’altra, da poco lanciata e dedicata ai suoni underground e ai nuovi talenti, è Low Trax Records). I due pubblicano su Defected “Got The Funk”, che è una bella quadratura del cerchio, tra presente e passato. Lo stile sembra omaggiare i visionari Daft Punk, o meglio la loro “Burnin'”, produzione del ’97 estratta da quella miniera di suoni senza tempo chiamata “Homework”. E probabilmente dentro c’è pure qualcosa di The Funk Junkeez – “Got Funk? – Dj Tonka Remix”, pezzo della leggendaria Strictly Rhythm, etichetta per cui Low Steppa giusto 10 anni fa remixava il classico Hardrive – “Deep Inside” di Louie Vega.
“Got The Funk” ci piace perché, pur rifacendosi agli anni ’90 e 2000, ossia a un passato ormai imprescindibile per chi balla, suona comunque nuova. E quel mood tirato e rimbalzante rievoca tempi felici, quando gli inni euforici, esagerati ed esplosivi di Ibiza nel mondo facevano scuola. Non a caso, tra le fonti di ispirazione in un post i due artisti menzionano l’esplosiva “Thrill Me” del nostro Junior Jack e un’altra dinamite come “Space Invader” di Hatiras, su cui in passato ci ha messo mano proprio l’artista di Birmingham. Senz’altro oggi più che mai per la house sono linfa vitale pezzi fatti in questa maniera. A tirarli fuori ci prova Defected, qualche volta. E ci provano pure artisti come Low Steppa, Blackchild, Hot Since 82, Butch o Syrossian. Che noi apprezziamo più degli altri perché poco inclini a citazioni banali. Anzi propensi a riportare alla luce groove e suoni meravigliosi forse troppo in fretta dimenticati…