Al Salone del Mobile, assembrati: tanto il Covid è discotecaro

Se ne avete voglia, seguite sul bel sito MYMI o altrove, la quantità immane di eventi che riempie Milano in questi giorni grazie al Salone del Mobile, al Fuorisalone, Supersalone, agli eventi collegati & compagnia bella. Ci sarà pure un evento di Wakeboard o roba del genere alla Darsena. Chiaramente, tutto in sicurezza, certo.

E’ bello tornare a stare belli in fila, tutti attaccati, a vivere, giusto? Se poi ci senti belli milanesi, ovvero cool, metropolitani, dinamici, produttivi. EVVAI CHE SI RIPARTE. Scrivo in maiuscolo che il milanese mi ha fretta, il maiuscolo si legge meglio.

Certo, anche questi, belli milanesi, come quelli calcistici, sono assembramenti buoni. Mica sono discotecari o concertistici rock.

Quelli cattivi sono quelli di: concerti in piedi (MAI! anche con mascherina e Green Pass, sia MAI! che si possono fare) e discoteche (quelle poi, che domande). Quei matti di Gran Bretagna, Amburgo, Berlino, Daminarca, Croazia, USA e tanti altri paesi del mondo hanno riaperto tutti, spesso solo per chi ha il Green Pass, ma noi in Italia no, continuiamo belli decisi, col rigore. (LEGGI QUI IL NOSTRO ARTICOLO SUL TEMA)

Ma siamo sicuri di essere davvero ‘rigoristi’ con ‘sto Covid? Al Salone del Mobile rigoristi?

Qualche dubbio a me viene. Dopo quelli napoletani di novembre 2020 per la morte di Maradona, dopo quelli milanesi (ancora!) per lo scudetto interista a giugno 2021, dopo quelli romani e italiani tutti benedetti dalla politica (Draghi & Mattarella in testa) per la vittoria calcistica agli europei (…), dopo gli stadi in cui si continua a stare vicini vicini (sono aperti solo alcuni settori in cui sta normalmente, la riduzione della capienza non riduce gli assembramenti nella realtà),

Diamo il via, belli sereni, al Salone del Mobile. Con le disco e i concerti fermi. Solo seduti o quasi, se c’è di mezzo la musica. Se invece c’è il design, eh beh, quella è un’altra cosa.

Questa, ennesima discrasia la faceva notare sulla sua pagina Facebook personale Luca De Gennaro, dj, speaker di Radio Capital, storico direttore artistico di MTV Italia, uomo ormai adulto che come chi scrive da sempre è vicino pure alla realtà di chi vent’anni o di meno.

“Bello il #MercatoCentrale di Milano, che è stato inaugurato oggi alla Stazione Centrale (dopo le aperture di grande successo a Firenze, al piano di sopra allo storico Mercato Centrale di San Lorenzo, a Roma, etc. NDR). Ci si andrà, va benissimo, per mangiare e fare la spesa prima di prendere il treno. Valorizza la zona e tutto quanto”, scrive Luca De Gennaro.

“Però uno si chiede: una serata (di inaugurazione, ndr) con centinaia di persone, tutte in lista, con Green Pass, controllati all’ingresso e mascherine, al chiuso, in piedi, che vagano da un bancone all’altro, corridoi affollati, code ai bar e pure musica (live e dj set), in un posto dove se magna si può fare…

mentre nei club della musica no, è vietato? Dove è la logica? Quando c’è di mezzo il cibo e la politica è tutto permesso, invece l’arte è pericolosa?”, conclude De Gennaro.

Eh già, dove è la logica? Oltre alla musica, ricordiamolo, è anche il divertimento dei ragazzi ad essere pericoloso per media, politica e italiano over 50 medio (quello che poi più spesso non si vaccina, ricordiamolo).

Ed è ormai entrato nel ‘senso comune’ (che comunemente sbaglia) l’automatismo: SOLO discoteca / musica = assembramento.

Ho letto ordinanze pubbliche in cui si proibivano situazioni “tipo discoteca”. Come se un karaoke, una cena incasinata, lo shopping, una bella magnata in piedi o seduti attaccati con sputazzi… non fossero anche più pericolosi di una normale discoteca italiana, in cui se va bene ballano attaccati il 20% dei presenti per pochi minuti ogni sera, gli altri cazzeggiano (certo, un po’ pericolosamente) al bar o al tavolo (come accade al bar di giorno o al ristorante).

Tanto gli assembramenti che ci piacciono, manco li vediamo più, siamo tutti solo concentrati su quelli cattivi, relativi ai rave party (maledetti questi giovinistri anti consumismo), a concerti e disco, quelli sì. Quelli li vediamo. Perché sono colpa di questi maledetti ragazzi.

Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca

(foto tratta da MilanoToday)