Tiezzi says Sanremo: W Blanco e abbasso Benigni & Ferragni

Tiezzi says Sanremo lo iniziamo così, con un Benigni d’annata, con l’audio di uno spettacolo super divertente, super pieno di cose forti. A differenza di ciò fa adesso Benigni, santo subito.

Che dire di un artista di questo livello che dopo “La Vita è bella”, un capolavoro, è impegnato nella riproposizione di se stesso? Che è bravo a guadagnare. E basta. Voto 3 per lui. Anzi 2.

E che voto diamo al monologo stile Sagra del Tortello di Chiara (anche lei santa subito Ferragni)? Lo stesso che va dato al suo abito nude stile? ZERO SPACCATO.

Mia moglie mi dice che l’abito della bella Chiara è firmatissimo. Bene. Fa schifo lo stesso. E’ quindi perfetto per Sanremo, l’apoteosi della finta provocazione che non fa male a nessuno. Come il suo monologo, sul cui contenuto si può solo dire che ognuno di noi a 14 anni ha scritto cose più dense, forti, importanti. Ferragni, geniale imprenditrice del fashion, è stata degna di Sanremo, un palco che MAI ha celebrato Battisti da vivo e che oggi celebra da morto. Se ne appropria. Tanto che vuoi che sia, non si ricorda niente nessuno. Battisti a Sanremo ci andò una volta sola a cantare “Un’Avventura” arrivando nono. Come Vasco Rossi è diventato immenso NONOSTANTE Sanremo. Non grazie a Sanremo.

Prima di chiudere con l’unica cosa che ricordermo di Sanremo 2023, ovvero l’immensa performance di Blanco che prende a calci le rose, ecco cos’è davvero Sanremo per gli addetti ai lavori. Che hai detto? Ha detto. Ai lavori. Forzati però.

A Sanremo vanno: orchestrali, cantanti, loro manager e staff. Qualche dj che viene pagato per suonare nei locali (3 o 4 in tutto in 10 giorni). Stop. A Sanremo si va a guadagnare e/o lavorare. Tutti gli altri sono solo imbucati. Vanno a Sanremo per sentirsi al centro della scena.

Lo show biz è un settore dannatamente divertente perché tanti fanno di tutto per esserci e non sono niente. E invece è un settore come un altro, in cui si lavora. Le star sono pochissime. Quelle felici ancora meno. Se non hai avuto la fortuna di diventare un “artista” con un pubblico, fatti una vita. Magari ce la facevi e facevi ‘na vita di merda, peggio di quella che c’hai ora. Vivere da normali è bellissimo. E’ sfigato solo chi si sente qualcuno e non lo è, è un idiota da compatire. Purtroppo ce ne sono così tanti. A 50 anni, di cui 25 nello show dietro le quinte (piccolo piccolo e senza mai contare un c., ma da professionista) per pietà, non vi rido in faccia, sorrido e basta.

E ora eccoci con Tiezzi says Sanremo su Blanco

Questa cazzata a Sanremo ha trasformato Blanco in una star ancora più grossa di quello che era. Era così bello, a prendere a calci le rose, che sembrava preparato. Lui di bianco vestito con le rose rosse. Un quadro impressionista rivisto da Dal.

FANTASTICO. Con il regista che sguiva ogni suo movimento. Sanremo è già finito. Siccome tanti “amici” qui & su FB non capiscono un c. di musica e show biz (compresi gli addetti ai lavori), IO (che non conto un cazzo) Blanco lo seguo da quando faceva le storiers su Instagram facendo i RUTTI Ripeto: faceva i RUTTI. Ed è anche per questo che a vent’anni riempierà San Siro (o quasi). E’ ovvio (per fortuna) che al 70% degli italiani (specie ai vecchi rinco su Facebook, chi scrive qui ha spesso più dei miei 50 anni, dentro e fuori) Blanco non piaccia. Va benissimo. Ciò che conta è che il 30% lo segua perché è matto.Saluti, continuate pure a seguire la sagra del tortello come fosse una cosa seria.

Grazie Blanchito.

Lorenzo Tiezzi x AllaDisco

PS quando sul palco non succede niente e non si può cantare, il grande artista fa l’unica cosa sensata: se lo prende. Non ha picchiato nessuno. Non si è messo a fare pipì. Ha solo distrutto un po’ di rose. Grande Blanco. L’ABC dello show lo sai. Ti voglio parecchio bene.

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