L’Art. 100 chiude le disco a caso e lo stato (che non c’è) / Tiezzi Says

Certo. L’Art. 100 del TULPS, in un paese democratico e civile come l’Italia, semplicemente, non dovrebbe essere una regola, ma un’eccezione. Ovvero i questori non dovrebbero poter chiudere ‘preventivamente’ per qualche giorno o settimana grandi locali seri in cui magari, nel corso di 5 anni, sono successi episodi normali per una discoteca: piccole risse, spintoni, qualcuno che sta male.

NO. Non dovrebbero poterlo fare. Infatti L’Art. 100 del TULPS l’ha creato un certo Mussolini. Non proprio un democratico.

Dovrebbero invece fare indagini serie, e, quando trovano un gestore poco serio, che magari fa spacciare droga nel locale prendendo la percentuale, chiuderlo per sempre mandando in galera i colpevoli. L’Art. 100 dovrebbe servire solo e soltanto quando quando le forze dell’ordine trovano un piccolo bar quasi sempre vuoto in cui davvero si ritrovano tutti i delinquenti della città per organizzare rapine…

Non è logico che succeda ad una grande discoteca aperta da anni se il questore somma 4 o 5 episodi successi nel corso del tempo, episodi diversi senza responsabilità oggettive dei gestori.

L’abbiamo già scritto. Era successo poco tempo fa alla Capannina di Franceschi, in Versilia. E’ successo a Bergamo in marzo, con la chiusura di tre locali che conosco bene, tutti ben gestiti, “a rotazione”. Sono cose da paese incivile.

Dico che lo stato (minuscola) italiano quasi non esiste perché a Brescia c’è un grande club con ingresso riservato a Soci ARCI in cui tutti sanno che la tessera ARCI non viene chiesta. Fa quindi concorrenza sleale senza pagare le dovute tasse a tutte le disco regolari della città .Se lo so io, che non faccio, l’iquirente, come mai i signori inquirenti non fanno il loro lavoro e lo chiudono? Magari per 3 mesi… Io lo so perché. Perché rompere le scatole a chi lavora seriamente con l’Art. 100 che è un atto amministrativo è molto più comodo. Allo stato italiano piace la comodità, la forma, la legge. La giustizia è altrove.

Vi faccio un copia e inolla dal Messaggero, così capite ancora meglio di che parliamo. Il clima di un paese che invecchia (male) c’è tutto.

«Chiusure a scopo preventivo ma non sanzionatorio». Angela Cannavale, da un anno a capo della polizia amministrativa di via San Vitale (a Roma) ha spiegato così la lotta alla movida selvaggia che in quattro mesi ha portato alla chiusura delle più importanti discoteche nella Capitale. Risse, episodi di criminalità, continui interventi delle forze dell’ordine e spesso i cosiddetti “buttafuori” privi delle necessarie autorizzazioni. Tutti i controlli sono stati predisposti dal Questore Carmine Esposito, finalizzati a garantire un regolare svolgimento nella Capitale della “movida”.

La parola movida a me non piace, così come queste cronache. Chi lavora di notte, di solito, è serio come chi lavora di giorno.

E ora leggetevi su Brescia Oggi la cronaca della grande serata al QI di Brescia con lo splendido Fabrizio Corona. A posto siamo. L’Art. 100 ce lo meritiamo

Dite che non c’entra niente? Fose c’entra. Perché se Corona, che ha in passato ha avuto diverse condanne, si merita di vivere da uomo libero, anche i titolari delle discoteche e chi le frequenta si meritano di poter lavorare o andare a ballare senza che le autorità chiudano i locali così, “preventivamente.

(Lorenzo Tiezzi X AllaDisco)