Anche tu sei cringe (Sada Says)

Anche tu sei cringe, dice Riccardo Sada nella sua rubrica Sada Says. Leggi e capisci perché.

Facciamo una breve intro from Treccani: cringe vuol dire “imbarazzante”, ma in un’accezione particolare: è cringe ciò che suscita imbarazzo e al tempo stesso disagio in chi lo osserva. Ad esempio, per un adolescente potrebbe essere cringe vedere uno dei propri genitori che balla in pubblico una canzone trap.

Bene ora che siamo allineati, eccoci con i pensieri di Riccardo Sada…

L’idea di cringe nella musica elettronica, così come in altri generi, è intrinsecamente legata alla percezione soggettiva e alle aspettative culturali degli ascoltatori.

Questo concetto può variare ampiamente tra differenti gruppi e può dipendere fortemente dalle tendenze culturali e dalla conoscenza della musica. Tuttavia, alcuni elementi sono comunemente riconosciuti come potenzialmente cringe in determinati contesti.

La ripetizione di frasi o parole può essere un potente strumento artistico nella musica, specialmente nell’elettronica dove le strutture ripetitive e i loop sono fondamentali. Tuttavia, quando la ripetizione si sente priva di un’intenzione chiara o quando le parole sembrano superficiali o banali, questo può essere percepito come cringe. La mancanza di profondità lirica o l’uso di slogan triti e ritriti possono fare sembrare la musica poco innovativa o intellettualmente pigra.

Nella musica elettronica, come in ogni genere, ciò che può essere percepito come “cringe” varia molto a seconda dei gusti personali e delle aspettative culturali.

Tuttavia, alcuni potrebbero trovare cringe molti elementi. Partiamo da frasi o parole che vengono ripetute eccessivamente o che sembrano prive di significato profondo possono essere viste come cringe da alcuni ascoltatori. Oppure, l’uso smodato di effetti digitali o di autotune può dare l’impressione di mancanza di autenticità o di eccessiva manipolazione, rendendo la musica meno apprezzabile per alcuni. O ancora: artisti che cercano di emulare senza successo stili famosi o che adottano cliché visti come superati o troppo commerciali possono essere etichettati appunto come cringe. Un artista poi che non riesce a ricreare la qualità del proprio studio di registrazione durante le esibizioni dal vivo può essere percepito come cringe, specialmente se la performance include errori tecnici o mancanze vocali evidenti.

L’uso di autotune e di effetti digitali è ampiamente accettato e persino necessario nella produzione musicale moderna, particolarmente nella musica elettronica e pop.

Tuttavia, un utilizzo eccessivo di questi strumenti può portare a una sensazione di inautenticità. Gli ascoltatori possono percepire che si sta tentando di mascherare la mancanza di talento vocale o di originalità, specialmente se l’effetto è così marcato da distorcere pesantemente la voce naturale o da rendere la musica eccessivamente sintetica.

Alcuni artisti possono cercare di capitalizzare su trend o stili musicali che sono stati popolari, tentando di emulare artisti o generi famosi. Questo può risultare cringe se l’imitazione è superficiale o se l’artista non aggiunge un proprio tocco personale, risultando in un’opera che può sembrare una copia carbone priva di originalità. Allo stesso modo, l’adozione di cliché musicali superati o eccessivamente commerciali può detrarre dall’autenticità percepita dell’artista, rendendo la loro musica meno rispettabile o seria.

Infine, la capacità di ricreare la qualità e l’atmosfera del proprio studio di registrazione in un’esibizione dal vivo è cruciale per l’integrità artistica di un musicista elettronico.

Quando un artista non riesce in questo compito, specialmente se la performance è afflitta da errori tecnici o da una qualità vocale scadente, può essere particolarmente cringe per il pubblico. Questo può sollevare dubbi sulla vera abilità dell’artista e sulla validità della loro musica.

(Riccardo Sada x Sada Says X AllaDisco)