Iggy Pop, Maneskin, musica e marketing

Fa caldo, è estate e abbiamo tempo da perdere. Noi che scriviamo su AllaDisco e voi che leggete. Diciamocelo, così è subito chiaro.

E allora diamo opinioni sull’argomento del momento, cosa che non è mai così intelligente. Ma tant’è. Eccoci con un parere su Iggy Pop più Maneskin, dato però da uno che di rock e pop vive da quando era ragazzino. Qualcosa ne sa, non tutto sia chiaro.

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Partiamo dalla mania attuale dei duetti per la morente discografia. Se funziona Orietta Berti con Fedez in Italia o ItaGlia, perché nel mondo non dovrebbe funzionare l’Iguana Iggy Pop con i giovani virgulti Maneskin? Sono, tutti e quattro, grandi artisti. Certo, i duetti tra i Queen e David Bowie sembrano oggi altra cosa e lo erano. Ma a livello di marketing e unione di pubblici diversi non c’è discussione: la faccenda è ok.

E poi diciamolo, cosa ha fatto Iggy Pop dai tempi di “Passenger” ad oggi? E’ brutto da dire ma è vero: poco.

Chi lo sa, cosa ha fatto, fan esclusi? Ha fatto Iggy Pop, ovvero l’icona di se stesso e del punk senza tempo. Certo, ha realizzato ottima musica. Ma “di nicchia”, di macro nicchia sia chiaro. Di successi mondiali non ne ha messi a segno. Non si conoscono suoi tour mondiali con milioni di spettatori, questo voglio dire. Non si capisce perché, artisticamente si sia abbassato (perché questo fa) a collaborare con una band di seconda fascia, ma a livello di marketing può aver fatto bene.

Veniamo agli italiani Maneskin: sono un’onesta rock band per ora di seconda fascia. Certo, sono di seconda fascia.

Per entrare in prima fascia, non è che basta essere la band più ascoltata al mondo per un po’ o vincere Sanremo o andare su Billboard (etc), bisogna fare musica che travalichi il presente e per ora sono piuttosto lontani dall’esserci riusciti.

Il matrimonio tra la vecchia icona Iggy e il nuovo che avanza (per ora piano) verso l’eternità dell’empireo della musica, ha generato un’auto cover di “I Wanna be your Slave” ben fatta, perché Iggy Pop è sempre lui… Ma il cielo del rock resta lontano anni luce.

Per arrivare su fino al cielo bisogna rischiare di fare una cavolata assoluta. E Iggy Pop + Maneskin, mica lo fanno.

Detto questo, w i Maneskin, veramente. La loro crescita è aassoluta. Speriamo crescano ancora e che le loro canzoni reggano presto il confronto, non con quelle dei Led Zeppelin o di Hendrix, perché sarebbe troppo chiedere… Speriamo lo facciano con quelle di Franz Ferdinand, The Killers o dei Muse. Quello lo si può chiedere.

Per ora però, musicalmente parlando, la distanza per originalità del sound, arrangiamenti, potenza e riconoscibilità c’è. Ed è notevole.

La voce di Damiano fa molto, il sound della chitarra è molto rock, ma il resto è un po’ così. Non basta. “Zitti e buoni” è un gran pezzo, quasi tutti gli altri insomma.

Sia chiaro parliamo di musica, NON di successo notevole. Quello i Maneskin lo stanno avendo, sia pure per ora di seconda fascia pure quello.

Quello vero, quello che resta quello che è assoluto, è partire degli USA, oggi e riempire gli stadi. Come fecero Beatles, Police, Led Zeppelin e tante altre band della storia del rock oppure come hanno fatto i Muse qui in Italia (due San Siro consecutivi, lo ricordate?

Lorenzo Tiezzi x AllaDiscoteca

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