Chicco MC, una vita a far divertire

Abbiamo fatto una lunga chiacchierata, Chicco MC ed io. Ne riporto solo un pezzettino, perché le chiacchiere tra noi della notte vanno riassunte, sennò chi legge si annoia. Cominciamo con l’inquadrare il personaggio. La foto che vedete lo racconta bene. Lui è al microfono, al Pineta, ma non è mica da solo. In console c’è Filippo Marchesini. Perché i vocalist, anche quelli al top, mica fanno i solisti….

Ma chi è Chicco MC?

E’ Massimilano Zerbini, ha 48 anni ed è da sempre fa divertire la Riviera Romagnola e tutto il resto del pianeta terra, con la sua voce e la sua energia. Dopo tanti anni al Papeete Beach di Milano Marittima e un lungo periodo al Samsara Beach a Riccione, oggi è socio di due club di riferimento in tutta l’Emilia Romagna (il bellissimo estivo Via delle Spezie e l’invernale Sali e Tabacchi, entrambi Reggio Emilia). Quest’estate lo trovate anche al Mambo, a Milano Marittima, al Pineta (dove fa la differenza, e ve lo dico perché l’ho sentito), al Fellini a Milano, in Svizzera… Più che il solito vocalist / MC, Chicco oggi è un ‘consulente a 360 gradi’ per locali e spazi di incontro, uno dei pochi che sa davvero regalare contatti e sostanza ai progetti. Ha pure un’altra dote, che la stessa che tutti sentono quando ha il microfono in mano: parla e urla poco. Per questo, quando lo fa si sente forte.

E’ un momento magico per il divertimento, per la musica. Un’estate fantastica, almeno a me sembra così. E’ la tua stessa sensazione?

Sì, sono d’accordissimo con te. E ripartire è stato veramente un risveglio meraviglioso. E’ stato anche difficile veramente riprendere il ritmo, in certi momenti non pensavo più di essere all’altezza. Avevo tutti gli stessi timori e le stesse paure delle prime volte. Ed è stato anche emozionante. E dire sono stato fortunato perché non ho mai smesso di di lavorare. Grazie ai contatti che ho in Svizzera, dove hanno gestito la pandemia in modo diverso dall’Italia, sono stato tra i pochissimi vocalist italiani ad aver lavorato a Capodanno 2022, visto che in Italia i locali, se ricordate, li chiusero per Natale (…).

Come è cambiato il tuo modo di lavorare negli anni?

Da quattro anni sono socio di locali importanti e ovviamente vedo le cose sotto una luce diversa. Prima solo un artista che voleva divertirsi e voleva girare tutta l’Italia. Posso dirlo: in 28 anni di attività ci sono riuscito. Adesso però è iniziata la mia seconda evoluzione: sto cercando di diventare un bravo consigliere. Voglio continuare a divertirmi, perché lo faccio ancora, come un matto. Non so se quando sarò più anziano sceglierò il golf, non credo. Probabilmente farò ancora delle cose cone la musica, in cameretta… Faccio veramente fatica veramente, l’adrenalina che arriva quando la situazione è giusta è davvero una grande emozione.

Come sono cambiate le serate in tutti questi anni? Voi artisti in discoteca amplificate l’energia le emoezioni le persone, in fondo…

Le esigenze dei ragazzi stanno cambiando davvero. Da una parte lo Stato ti impone determinate regole, restrizioni, magari anche giustificate. Dall’altra parte, c’è il lavoro degli artisti che è quello di cercare di far divertire tutti, di arrivare a quel limite fa scatenare tutti e ti fa ricordare quella serata e non un’altra.

Tra addetti ai lavori ci diciamo spesso che il nostro divertimento, come stile e qualità, non avrebbe rivali. ma troppo spesso comunichiamo poco e non sappiamo fare squadra… Che ne dici Chicco MC?

È un bello scopo, fare il tifo per noi, fare il tipo per il divertimento italiano. Anche se grammaticalmente non è giusto, mi piace fare il divertimento. E’ un lavoro difficile, perché è un mondo che cambia sempre, moltissimo, in cui si diventa ‘vecchi’ in un istante. Ed è vero: dobbiamo fare squadra molto di più. Quando lo faremo, vinceremo insieme.

Come si fa a far divertire i ragazzi?

Dobbiamo per forza di cose raggiungere l’obiettivo di far divertire i ragazzi perché lo scopo di chi organizzza serate e va sul palco è solo quello. Dobbiamo interpretare il loro divertimento, perché è loro l’età giusta, non la nostra che abbiamo cinquant’anni o 45. Lo stile deve essere il loro.

Come si fa ad avere una carriera lunga come la tua?

Negli anni ’90 e 2000 ho avuto ottimi consiglieri. Mi dicevano: “non sei ancora pronto per questo locale e per questa cosa. Domani, chissà, vedremo”. Non sempre li capivo subito, ma alla lumga avevano ragione. E oggi è il consiglio che do: bruciare le tappe nel nostro lavoro non serve a molto. Oggi, come dicevo, il mio lavoro è un po’ cambiato. Chi va sul palco è come un calciatore, ha una carriera che non può essere infinita. Ma lo sport come il divertimento non offrono mica solo il ruolo di ‘star’. Per questo ho deciso di diventare imprenditore. Il punto è che sono innamorato del mio lavoro. Far divertire la gente, coccolarla e intrattenerla.

Lorenzo Tiezzi x AllaDisco

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